sabato 28 giugno 2014

Webmakig101 ∞ Web Design e Usabilità #2

Bentornati sulle webpagine della rubrica Webmaking101.
Oggi continuiamo il discorso su Web Design e Usabilità.
Quelle che seguono sono alcune note che ho tratto dal libro Don't Make Me Think di Steve Krug.
Una lettura che consiglio a tutti quelli che si occupano di blog o siti web.

"Non farmi pensare!"
- Prima legge di Steve Krug sull'usabilità.

Una pagina web dovrebbe essere autoevidente
I link e i pulsanti non ovviamente cliccabili sono una fonte di inutile di punti interrogativi nella testa della gente. Come utente, non dovrei mai dedicare nemmeno un millisecondo a pensare cosa è cliccabile e cosa no.
Quando usiamo il web ogni punto interrogativo aumenta il carico di lavoro cognitivo.
Le distrazioni, sommate una all'altra, confondono.

I visitatori di un sito non devono perdere tempo chiedendosi:
  • Dove sono?
  • Da dove comincio?
  • Dove hanno messo...?
  • Quali sono le cose più importanti nella pagina?
  • Perché l'avranno chiamato così?
Se non riuscite a rendere la pagina autoevidente, perché state facendo qualcosa di originale, innovativo o molto complicato, dovete accontentarvi dell'autoesplicativo.
L'apparenza delle cose, i nomi ben scelti, il layout della pagina e brevi righe di testo confezionate con cura contribuiscono a creare un riconoscimento istantaneo.
Se le pagine web sono efficaci devono incantare a colpo d'occhio e il miglior modo per raggiungere questo scopo è creare pagine che siano autoevidenti o almeno autoesplicative.

Se voleste capire a cosa serve Tracky, su quale link della pagina clicchereste?

Quello che fanno davvero {gli utenti} il più delle volte è dare un'occhiata alla pagina, scorrere parte del testo e cliccare sul primo link che cattura il loro interesse o che assomiglia vagamente a ciò che stanno cercando. Di solito gran parte della pagina non è nemmeno vista.

 

"Non leggiamo le pagine. Le scorriamo."

Perché:
  • Di solito andiamo di fretta.
  • Sappiamo di non aver bisogno di leggere tutto: del contenuto ci interessa solo una piccola frazione.
  • Siamo bravi nel farlo: scorriamo giornali, riviste e libri cercando solo le parti che ci interessano.
  • L'attenzione si focalizza su parole e frasi che sembrano corrispondere a a) la nostra necessità del momento, b) i nostri interessi attuali, c) le parole che innescano un cortocircuito nel nostro sistema nervoso, come "gratis".
"Se il vostro pubblico si comporta come se progettaste dei tabelloni pubblicitari, allora progettate dei tabelloni eccezionali."
Quindi:
  • Create in ogni pagina una chiara gerarchia visiva.
  • Scomponete le pagine in aree ben definite.
  • Rendete ovvio ciò che è cliccabile.
  • Minimizzate il rumore.
 
Esercizio: analizzate l'arrangiamento grafica di questa pagina web. Cosa notate?

A cosa serve una buona gerarchia visiva
Una buona gerarchia visiva ci risparmia la fatica di pre-elaborare la pagina, organizzando e stabilendo le priorità nei contenuti in modo che ci permetta di afferrarla istantaneamente.
Dividere la pagina in aree ben definite è importante perché consente agli utenti di decidere in fretta su quali aree focalizzarsi e quali ignorare. Gli utenti decidono molto velocemente quali parti della pagina sembrano avere informazioni utili; il resto è come se non ci fosse.
Minimizzate il rumore significa evitare il sovraffollamento: quando ogni cosa sulla pagina reclama la mia attenzione il risultato è quello di travolgermi. Va evitato anche il rumore di fondo: il pulviscolo di rumore visivo che logora.

La pagina di Google, minimale, semplice, immediata.

"Non importa quanti clic devo fare, se ogni clic è frutto di una scelta che non richiede impegno e non è ambigua."
- seconda legge di Krug sull'usabilità.

Sul web ci troviamo continuamente ad affrontare delle scelte, e far si che non richiedano impegno è uno dei principali obiettivi per rendere un sito facile da usare.

"Sbarazzati di metà delle parole di ogni pagina e poi sbarazzati della metà di quello che resta."
- Terza legge di Krug sull'usabilità.

Sbarazzarsi delle parole che nessuno leggerà:
  • Riduce il livello di rumore nella pagina.
  • Mette in evidenza il contenuto importante.
  • Rende la pagina breve, permettendo agli utenti il colpo d'occhio.
  • Gli scopi della navigazione:
  • Ci dice cosa c'è.
  • Ci dice come usare il sito.
  • Ci dà fiducia nelle persone che lo hanno costruito.
Ogni pagina deve avere un nome {il titolo; quelli che vedi in alto sul browser}.
Il nome deve essere al posto giusto: evidente nella gerarchia visuale della pagina.
Il nome deve distinguersi.
Il nome deve corrispondere a ciò che ho cliccato.
"Il nome della pagina corrisponderà alle parole su cui ho cliccato per arrivarci."



Facciamo un test
Aprite una pagina web a caso e rispondete alle domande:
  • Che sito è? (ID del sito)
  • Su che pagina sono? (Il nome della pagina)
  • Quali sono le sezioni principali del sito?
  • Dove mi trovo nello schema delle cose?
  • Come posso effettuare una ricerca?
Queste sono le domande che dovrete porvi durante la fase di progettazione del vostro sito web.

sabato 21 giugno 2014

Webmaking101 ∞ Web Design e Usabilità #1

Bentornati sulle webpagine della rubrica Webmaking101.
Era da qualche tempo che la rubrica era in stallo, ma se mi state seguendo sugli altri miei blog e sui social dovreste sapere che è stato un periodo denso di impegni, per me. :P
Questo post inagura una serie sul Web Design e l'Usabilità.
Oggi ci concentriamo sull’interfaccia utente.

Interfaccia
“Una buona interfaccia deve dare all’utente il controllo della situazione.„
(twitta questa frase)
L’interfaccia utente (UI = User Interface) è ciò che consente all’utente di interagire con la macchina. Le interfacce possono essere di due tipi: a riga di comando o grafica.


Una buona interfaccia è importante per facilitare l’esperienza dell’utente con il computer. Chi ha provato le prime release di Windows 8 sicuramente sarà d’accordo con me. 3:)
Una buona interfaccia è importante anche per i siti web: impostare bene la navigazione aiuta l’utente a trovare quello cerca. Una buona interfaccia deve essere intuitiva e dare all’utente il controllo della situazione.

Ma come si costruisce una buona interfaccia?
Per costruire una buona interfaccia basta seguire tre parole chiave e rispondere a tre domande:
  • La navigazione è chiara anche per chi non ha esperienza?
  • Ci sono aiuti sufficienti?
  • Ci sono scorciatoie sufficienti e chiare per gli utenti abituali? 
Le parole chiave invece sono: Predittività, Semplificazione e Coerenza.
  • Predittività significa dare all’utente tutte le informazioni e gli strumenti di cui ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi.
  • Semplificazione significa che le azioni più complesse devono essere secondarie rispetto a quelle più semplici.
  • Coerenza che gli oggetti che hanno lo stesso aspetto devono avere lo stesso funzionamento.
Tenete presente che l’obiettivo di un’interfaccia è risparmiare il tempo dell’utente, non il vostro o quello del computer! Dovete aiutare l’utente a concentrarsi, limitando al massimo le distrazioni.
Per farlo, dovete cercare di ridurre al minimo il rumore cognitivo. Il rumore cognitivo è costituito da elementi non necessari che distraggono l’utente dal suo compito.
Una buona interfaccia ha rumore cognitivo molto ridotto. (twitta questa frase)
Ci sono alcuni accorgimenti che potete prendere per ridurre il rumore e aiutare il focus dell’utente:
  • Le informazioni fondamentali in primo piano.
  • Le informazioni secondarie in secondo piano.
  • Partire sempre dall’architettura informativa prima di progettare l’interfaccia, perché i problemi di architettura diventano problemi di navigazione. 


Per l’architettura informativa dei siti web il modello più usato è quello ad albero.
Se usate una piattaforma blog self-hosted, dell’architettura informativa se ne occupa in background la piattaforma stessa, ma non fa mai male espandere le proprie conoscenze. ;)


 Rendiamo la navigazione facile e veloce!
  • Usate icone standard e convenzionali. È più facile per l'utente riconoscerle e usare l'interfaccia in modo intuitivo, senza doverci ragionare sopra.
  • Evitate link irrilevanti. L'attenzione dell'utente è preziosa, non sprecatela!
  • Evidenziate la struttura del sito. La navigazione deve chiarirla e basarsi su di essa.
  • Prevedete le “briciole di pane”. Sono utilissime per orientarsi.
  • Non nascondete le informazioni. I menu a scomparsa sono sconsigliati, come tutte le funzionalità che non sono evidenti senza esplorare la pagina col mouse.
  • Non siate misteriosi. Nessuno segue un link se non capisce dove porta.
  • Fornite degli aiuti. Come la mappa del sito o la funzione di ricerca.
NB: un sistema di colori e impaginazione coerenti trasmette identità in modo immediato.

venerdì 20 giugno 2014

I tormenti della giovane blogger


Ciao a tutti,

queste poche righe per dirvi che, dopo lunghe riflessioni, pensieri e ripensamenti, ho deciso di defilarmi dal blog.
So che anche adesso non sono molto presente, non ho più la verve e l'energia degli inizi per diversi motivi.
Un po' c'entra anche la mia crisi di scrittura, che non è una vera crisi perché le idee ci sarebbero, ma non l'energia di  metterle nero su bianco, un po' è il tempo risicato, un po' sono io che non ho più l'entusiasmo dell'inizio.
Credo che se scrivo post per dovere e non per piacere, non essendo il blog un lavoro, ma uno svago non avrebbe la stessa freschezza e piacevolezza che avrebbe se scritto con ispirazione e voglia di condividerlo. Non avrebbe senso scrivere per piacere se il piacere non c'è.
Perciò ho deciso di eclissarmi e rimanere in penombra. Non sparisco, se ci sarà qualcosa che vorrò condividere qui in word in progress, lo farò con gioia.
Ma per adesso stacco la spina.
So che, probabilmente, non c'era bisogno di fare un post per dirvi che mi allontano dal blog, ma ho pensato che fosse giusto dirlo perché spero che un po' dell'affetto che vi lega alla lettura dei nostri post sia anche un po' merito mio.
Con questo concludo.
Continuate a seguire il blog con lo stesso interesse e la stessa passione e...

Arrivederci... 

Perché ci rivedremo, ne sono sicura, in qualche punto del futuro.


Ciao!
:-)

giovedì 12 giugno 2014

#Clessidra ∞ Capitolo 7

Con il settimo capitolo si conclude, per ora, l'esperimento di storytelling a più mani Clessidra.
Questo capitolo è di Daniele Buzzurro, 20liner. L'illustrazione è di Paola Cocchetto.
Buona lettura!


Carlotta guardò Verhit camminare davanti a lei e pensò al senso stesso della vita. Poche ore prima lei era solo Carlotta, una quindicenne che chiacchierava con un’anziana e all’apparenza gentile donnina nel suo affascinante negozio. Ora era invece Carlotta, un’audace adolescente pronta a sfidare la vita per contribuire a salvare il mondo.
Tutto questo era vero, oppure si trattava solo di un sogno? La ragazza iniziò a pensare che la realtà circostante esisteva solo nella sua mente, perché tutto quello che aveva appena vissuto non era razionalmente possibile.
Non poteva esserlo. Come sarebbe del resto potuto essere possibile che tutto accadesse così velocemente e in un modo talmente assurdo e imprevedibile che neppure un film sarebbe potuto essere tanto … strano?
Lei … Moraine … Verhit … il dottor Tempesta … Augusto …
… nonono, non ci posso credere!!! Ti prego Signore, o chiunque Tu sia, ti prego fammi tornare alla realtà … ti pregoooooo ...

* * * * *

“Carlottaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, ti vuoi alzare?!?!?!!!”
Carlotta aprì gli occhi, e il suo risveglio fu una specie di shock.
Lo sapevo, non poteva essere tutto vero!!! Meno male, ora sì che mi sento meglio … !
“Carlottaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, allora ti muovi?!?!??? Io devo andare al lavoro, non posso stare dietro a te e ai tuoi comodi ogni santa mattinata!!!”
“Arrivo mamma, scusami!”
Dopo essere andata rapidamente in bagno, Carlotta arrivò in cucina e fece colazione.
“Come sono andati i sogni stanotte, Carlotta?” le chiese sua madre.
“Mamma … possiamo non parlarne per favore?!???”
“Hai fatto degli incubi?” insistette lei.
“Mamma, per favore!!!”
“Ok, ok, ho capito. Non parliamone”.
“Grazie mamma”.
Una volta salita in macchina, Carlotta ormai stava per dimenticare il brutto sogno che aveva avuto, classificandolo nella sua mente come uno strano e bizzarro incubo quando, guardando fuori dal finestrino, vide passare una macchina che attirò decisamente la sua attenzione.
Era una Dacia, guidata da uno strano uomo pelato dalla folta e riccia barba. L’uomo stava stranamente con la faccia quasi premuta contro il parabrezza, nonostante indossasse occhiali dalla montatura molto spessa. Al semaforo la macchina gli fu di fianco e l’uomo giro la testa verso di lei, la guardò e sorrise.
Carlotta rimase senza parole: era lo stesso identico uomo del suo incubo!
Il semaforo da rosso si fece verde e sua madre arrivò finalmente davanti alla sua scuola e, dopo averla salutata con un bacio e i soliti ammonimenti sul comportarsi bene, si diresse velocemente verso il lavoro.
Carlotta era in piedi e si guardò attorno: non c’era nessuna traccia di strane figure.
Forse si è trattato solo un déjà vu. Meglio non dargli troppo peso.
Arrivata in classe iniziò a prepararsi per la lezione quando qualcuno bussò alla porta della stanza.
“Avanti!” disse la maestra di matematica.
La preside entrò nell’aula e non era sola.
“Ragazzi, vi presento Marco. Lo so che siamo a metà anno e questo non è del tutto usuale, ma Marco si è trasferito qui da pochissimo insieme alla sua famiglia. Spero che riuscirete ad accoglierlo in classe come merita. Marco, di anche tu qualcosa per favore per presentarti ai tuoi nuovi compagni di classe”.
Marco si guardò attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa o, meglio, di qualcuno. Quando incontrò il suo sguardo si fermò dal cercare e iniziò a parlare dicendo:
“Sono felice di essere tra voi. Spero potrò portare qualcosa di nuovo per tutta la classe”.
Mentre parlava, Marco continuava a guardarla negli occhi, e il cuore di Carlotta batteva all’impazzata. Questo perché Marco era esattamente lo stesso ragazzo del sogno, e perché, pur non volendolo, era già pazza di lui.
I viaggi nel tempo sono iniziati.

lunedì 9 giugno 2014

La parola del giorno: attesa

Hi People!

Come va? Mi auguro tutto bene.

La parola di cui vorrei parlare oggi è Attesa/Attendere. 
Perché?
Perché è così che mi sento da qualche tempo a questa parte. Mi sento in attesa di qualcosa, un qualcosa non meglio identificato che non mi fa sentire completa, che mi spinge a pensare che manchi sempre qualcosa.
Ma non so cosa.
Io non so che cosa manca perché in realtà non mi manca niente, eppure la sensazione c'è e non se ne va.
Questo senso di "attesa di qualcosa di mancante" lo sento molto quando scrivo: batto sui tasti del pc un pezzo, lo rileggo, subito mi può piacere, poi se lo riguardo dopo qualche tempo, mi sembra stupido e insulso e... manca di qualcosa. Io come scrittrice dilettante (che scrittrice non mi sento di essere e, probabilmente, non sarò mai, ma non sapevo come altro definirmi) sento che manca qualcosa a quello che scrivo. Coerenza? Bagaglio di esperienze? Lucidità? Senso di realtà? Introspezione?... chi può dirlo, e chi può saperlo. Potrebbe essere una di queste cose, potrebbe essere altro, potrebbe essere una somma di tutto, o potrei essere soltanto io che non mi sento adeguata al compito. 
E' vero, scrivo perché mi piace, scrivo perché mi piace far uscire dal recinto la mia creatività, scrivo perché mi piace ritrovarmi in un mondo diverso e perfetto in un certo senso, un mondo dove ci sono io che non sono io e posso fare cose che nella realtà non si potrebbero mai fare, o non si vogliono fare.
Tuttavia non mi sento così brava da definirmi scrittrice, so che mi manca quel qualcosa che mi renderebbe capace di lasciare qualcosa agli altri con le mie opere.
Come so che mi manca quel qualcosa per farmi sentire completamente soddisfatta di me. 
Ma lo attendo. 
So che arriverà, non so quando, non so dove, ma arriverà quella luce che mi rivelerà il cammino.

Luce...

Alla prossima:-)

giovedì 5 giugno 2014

#Clessidra ∞ Capitolo 6

Il capitolo 6 di Clessidra è stato scritto per noi dalla penna di Annarita Faggioni.
Buona lettura!



Moraine aveva altro a cui pensare: doveva chiudere gli accessi al mondo prima che qualcun altro scoprisse delle chiavi e cercasse di impadronirsene. Fortunatamente, aveva riconosciuto subito nella ragazzina piena di brufoli la reincarnazione della giovane donna che aveva creato le chiavi.

La leggenda risaliva ormai a secoli prima e Agata non aveva avuto abbastanza tempo per concluderla: la ragazzina vestita di cenci non era altro che la custode degli Spiriti.

Gli Elfi l'avevano ritrovata e resa la loro regina. Era poi dovuta ritornare dopo secoli nelle sue sembianze Moraine, anche se il tempo non si poteva certo nascondere. Gli occhi di Carlotta le ricordavano troppo i suoi di un tempo. Non poteva sbagliarsi. Inviarla lì, proprio mentre il nemico stava per impadronirsi di una delle chiavi era stata la scelta giusta.Le chiavi riunite avrebbero per sempre cancellato i poteri degli Elfi e, con essi, la loro stessa esistenza. Era necessario fare in fretta: la sfida era appena iniziata.

Sull'Autrice
Giornalista, giudice letterario e copywriter. Parte con Il Piacere di Scrivere nel 2011 e da allora non smette di sorprendere, promuovendo concorsi e iniziative. Due libri all'attivo: "Canto D'Inverno" (2011) e "I racconti depennati" (2013).

Contatti Web di Annarita
Google+
Il Piacere di Scrivere (sito web)

mercoledì 4 giugno 2014

wwwWednesday #13

Cari lettori,

Bentornati sulle webpagine di wwwWednesday, la rubrica dedicata alle nostre + vostre letture presenti, passate e future. ;)
Le regole di questo meme sono semplici, basta rispondere a queste tre domande:


  1. Cosa stai leggendo?
  2. Che cosa hai appena finito di leggere?
  3. Che cosa hai intenzione di leggere (dopo)?
Poiché ho approfittato dello sconto del 20% offerto dalle librerie fisiche e online per il Maggio dei Libri, mi è arrivata una bella pila di romanzi YA che sgolosavo dallo scorso anno e ho modificato i miei piani di lettura di conseguenza. Ero un po' indecisa su cosa leggere per primo, ma alla fine ho optato per Hybrid (il più snello della pila). Quindi, le mie letture al momento sono come segue:
  1. Kat Zhang, Hybrid. Quel che resta di me, Giunti (Y), 2013

    La risposta alla seconda domanda è più articolata, perché questo week end ho approfittato delle festività del 2 giugno (e quindi del week end lungo) per fare una sessione di binge reading e divorare (letteralmente!) la trilogia di Kiera Cass, The Selection, in lingua originale, che si compone di tre titoli:
  2. Kiera Cass, The Selection trilogy (versione ebook, sul mio fedele Kindle Paperwhite)
    1. Kiera Cass, The Selection (The Selection #1), HarperTeen, 2012
    2. Kiera Cass, The Elite (The Selection #2), HarperTeen, 2013
    3. Kiera Cass, The One (The Selection #2), HarperTeen, 2014
  3. Neal Shusterman, Unwind. La Divisione, Piemme (Freeway), 2010