domenica 15 dicembre 2013

Intervista all'autore: Dario Tonani

Buona domenica, lettori e bentornati sulle webpagine della nostra rubrica Fruscio di Pagine, la rubrica dedicata ai consigli di lettura, ma non solo. Nella nostra rubrica FridayReads vi abbiamo dato un assaggio della saga di Mondo9 di Dario Tonani, con le prime quattro novelette uscite per i tipi di 40k Books e le prime tre puntate del nuovo ciclo per i tipi di Delos Books.
Sempre per i tipi di Delos Books è uscito anche il volume Mondo9 che raccoglie in un'unico libro le prime quattro novelette Cardanica, Robredo, Chatarra e Afritania.
Oggi conosciamo Dario un po' più da vicino. Persona gentile e veramente disponibile, ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande su Mondo9 e sulla scrittura. Ma bando agli indugi e lasciamo spazio all'intervista!




Intanto per rompere il ghiaccio, ti andrebbe di parlarci un po' di te? Chi è Dario Tonani?

Così, d’embleé? Okay, innanzitutto sono un sognatore impenitente e un’anima sostanzialmente tormentata e solitaria. Con un vizio e un fuoco su tutto: la scrittura. Sono abbastanza distratto, ma non al punto di dovermi correggere a forza per non patirne le conseguenze. E portato a guardare sempre il lato creativo della realtà…

Su questo blog abbiamo avuto occasione di parlare delle prime quattro novelette di Mondo9, “Cardanica”, “Robredo”, “Chatarra” e “Afritania”. Come nasce “Mondo9”? Qual è l'idea primigenia? In che modo il mondo si è evoluto rispetto all'idea iniziale?

“Mondo9” è effettivamente nato a spizzichi e bocconi, con le quattro novelette che in origine avrebbero dovuto essere capitoli indipendenti e autoconclusivi. Anzi, la prima, “Cardanica”, doveva essere una storia singola, one shot e basta. Poi, grazie all’editore 40k Books, è nato il progetto seriale e solo dopo - con Delos Books - l’idea di sviluppare un fix-up, che fosse in qualche modo più della somma delle sue singole componenti.

La cover di Mondo9

Quali sono le tue influenze letterarie?

Intendi, in senso generale, non legate a “Mondo9”? Direi quattro autori su tutti: Philip K. Dick, James Ballard, Stephen King e Cormac McCarthy.

E quelle non letterarie? Sei più un consumatore di film o di serie tv?

Senz’altro di film, adoro il cinema e ho il piccolo vanto di avere una DVDteca di fantascienza e di fantastico piuttosto ricca. Vuoi anche il titolo di qualche film ai quali credo di dovere molto come immaginario? “Arancia meccanica”, “Blade Runner”, “Matrix” e “Inception”. E tra le opere non di SF, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “Barry Lyndon”.

Parliamo di scrittura. Qual è la tua routine di scrittore? Ne hai una, o sei il tipo di scrittore che insegue l'ispirazione e scrive di getto?
 
Lavoro quasi esclusivamente nei weekend, in lunghe full immersion dal sabato mattina alla domenica sera, durante i quali sto al portatile fino a sfinirmi fisicamente. La scrittura per me ha un che di muscolare, la tastiera è la mia panca per i pesi. Non faccio scalette, mai. Mi siedo al pc e sudo/scrivo.

Ascolti musica quando scrivi? Se sì, quale? Ti aiuta a concentrarti? O preferisci il silenzio?

Quando scrivo cerco di farlo nel silenzio assoluto; mi sono persino comprato una cuffia antirumore. La usavo i primi tempi, ora - grazie anche al lavoro in una redazione - sto cercando di disintossicarmi dal silenzio “coatto”. In compenso, non esco di casa senza il mio iPod. La musica è una compagna imprescindibile del processo di formazione delle mie idee. Mi piacciono molto le colonne sonore, la cosiddetta musica motivazionale, che sento molto legata alle immagini…


Tutte le pubblicazioni di Dario. Fonte: www.dariotonani.it

Mai in viaggio senza un taccuino?

Mai. Anche se non posso dire di compilare montagne di appunti. Di solito li riporto sul telefonino o li fotografo col cellulare per non perderli e averli sempre a portata di mano.

Ci piacciono molto le domande dell'anti-questionario di Finzioni. Ti andrebbe di rispondere ad alcune delle nostre preferite? Cominciamo?

Ottima idea!

Come sei finito a fare quello che fai?

Lo volevo fortemente. In Europa, e soprattutto in Italia, il mestiere di scrittore non nasce da un iter di studi particolare. Devi ritagliarti tu un percorso formativo e professionale che ti permetta di stare “vicino” alla scrittura, facendo un lavoro che ti sostenti economicamente. Così ho scelto di diventare giornalista professionista.

Fare questo lavoro “è sempre meglio che lavorare?"

In linea di principio sì, molto meglio, ma va a finire che lavori il doppio.

Vuoi più bene a Proust o a Joyce?

Proust. Più cuore ed emozioni.

L'ultimo libro che hai letto?
 
“Morire per vivere”, di John Scalzi.
 
E invece da adolescente cosa leggevi?

Racconti. Li divoravo. Antologie su antologie…
 
Hai un lettore ebook?

Certo! E ci tengo anche i miei titoli.

Il libro del futuro è senza pagine e si naviga con lo sguardo?

Di più: sarà immergersi nella storia a un livello anche sensoriale. Come nei videogiochi di ultima generazione. I libri avranno suoni e profumi. E un bacio sarà un bacio.
 
Okay. Per concludere, quale/i consiglio/i daresti a uno scrittore in erba?

Leggere, leggere, leggere. E scrivere con foga e istinto, lasciando al dopo ogni considerazione di misura e di garbo. Ma la scrittura è anche disciplina, per cui mi sento di dire qualcosa che non viene mai raccomandato abbastanza: “scrivete anche quando non avete voglia. Come per nutrirvi. Anche se non avete fame”. Sono capaci tutti di scrivere quando si brucia dalla voglia, ma il mestiere nasce dalla pratica e dal rigore.
Grazie di questa bellissima chiacchierata, Word in Progress. Stay tuned!

Illustrazione by Franco Brambilla

Contatti

4 commenti:

  1. Ragazze vi faccio i miei complimenti per questa bella intervista!

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  2. Domande intriganti, Grazie Vale! :-)
    Ciao

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    1. Anche le tue risposte sono molto interessanti. Grazie e mille, Dario. :)

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