domenica 20 aprile 2014

UNA BUONA PASQUA E PASQUETTA A TUTTI!!


La lancia squarciò il cielo e lo trafisse al cuore. Illuminò il cielo e gettò nell'ombra la terra.
Gli alberi si spogliarono delle loro foglie e rimasero scheletrici e brulli come d'inverno. Dita ossute protese verso il cielo a implorare il perdono del Dio.
Il Dio era adirato.
Chi mai avrebbe potuto placare la sua ira?
Il cielo si macchiò di nuvole stratificate fatte a pezzi dal passaggio della lancia divina e si sparsero come sangue su un lenzuolo bianco.
L'azzurro celeste fu sacrificato...ma era abbastanza? La divinità avrebbe placato la sua sete di vendetta oppure anche la terra sarebbe stata travolta dalla sua furia?
Ira funesta.
Il vento lambì la terre e le abitazioni degli umani, schiaffeggiò i loro volti, mentre cercavano di rientrare nelle loro case al riparo, con la speranza che quelle quattro mura li avrebbero protetti dalla divina furia.


Il Dio non riusciva a placare la sua grande ira. Sacrificare il cielo e spogliare gli alberi delle tenere foglie di primavera non era servito. Perché i suoi devoti figli l'avevano offeso e sfidato, perché!
Perché la Divinità era stata costretta a punirli così duramente?
Il vento crebbe. Creò un mulinello di oscure nuvole che avvolsero l'incarnazione divina del Dio e lo occultarono alla vista dei suoi figli rinnegati. Essi avrebbero conosciuto l'entità della sua furiosa ira in tutta la sua potenza. Era pronto a distruggere tutto.
Fuoco sacro crebbe tra le sue mani e irradiò di luce le scure nuvole. Avrebbe dato alle fiamme la terra, avrebbe raso al suolo ogni insediamento umano, avrebbe distrutto ogni cenno di vita animale e vegetale.
E poi, forse, avrebbe ricostruito.
Il Dio continuò a far crescere il fuoco tra le sue grandi mani. Potente, rosso come il sangue e caldo come non si sarebbe mai potuto immaginare.
Si preparò a lanciarlo sulla terra sotto forma forma di una pioggia di lame fiammeggianti e purificatrici.


Il Dio era pronto a scatenare la sua potente ira su tutto il mondo, quando udì una flebile invocazione giungere da quella terra di infedeli che l'avevano rinnegato.
Lieve come il pigolio di un pulcino appena nato, sottile come il respiro di un bambino neonato, piccolo come l'esistenza della vita umana sulla terra, la preghiera si alzava in cielo fino a giungere alle orecchie della Divinità adirata.
La voce, quella sola voce di donna implorava il perdono del Dio per la sua gente e per il mondo intero.
Incuriosito e intenerito il Dio sbirciò da una fessura tra le nuvole oscure e vide una fanciulla, una sola fanciulla inginocchiata sul culmine della collina sacra, con le mani giunte in preghiera, il capo coperto da un velo scuro e i piedi sanguinanti per aver raggiunto il luogo a piedi.
Pregava la clemenza della Divinità, pregava senza sosta, avrebbe pregato fino a morire per placare la sua ira funesta.
Il Dio esitò.
Si impietosì.
Il fuoco tra le sue mani si rimpicciolì fino a scomparire.
E come segno di ritrovata armonia, illuminò l'orizzonte di luce dorata.

Fine

Spero che la storia che queste immagini mi hanno ispirato vi sia piaciuta!

Buona Pasqua e Pasquetta a Tutti!!

Alla prossima:-)

2 commenti:

  1. Auguri un po' in ritardo. Interessante il racconto e bellissime le foto.

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  2. Oh, cavolo! Scusa il ritardo nelle condivisioni social, Chiara! Sono riuscita a collegarmi al blog solo oggi!

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