martedì 23 ottobre 2012

Lamento

Sono stata assente in questi giorni, lo so. Un flusso ininterrotto di impegni nella vita reale mi ha impedito di prendere in mano la penna, aprire il quaderno e scrivere. Ma ora, lo stress accumulato è troppo e le parole premono per uscire, trasformarsi in frasi e pensieri sulla carta, trasferiti sulla pagina del quaderno dall'inchiostro della penna, perché è su un quaderno che sto scrivendo questo testo.
Non saprei spiegare il motivo, ma il dialogo con il foglio di quaderno mi viene più facile e spontaneo, di quello con lo schermo del computer.
Scrivo, non per inventare una storia, anche se, quando invento, è sempre un piacere, mi sento bene e mi diverto, ma per buttare fuori quello che mi sta facendo male dentro.
C'è un luogo, dietro casa della nonna, che è pieno di ricordi, della mia infanzia e del nonno.
Il nonno amava la quercia che sorge sulla collina e di quando in quando curava il boschetto che si trova ai suoi piedi. In questo luogo, per me, risiede parte dello spirito del nonno.
Questo luogo sta per essere deturpato con un'antenna per cellulari, che sorgerà proprio di fianco alla quercia.
Ieri sera ho pianto, perché per me è come se stessero portando via una fetta di mondo cui è legata una parte della mia vita e alcuni dei ricordi più dolci della mia infanzia. Giocavo nel prato dietro alla quercia.
Per quanto io possa piangere, non posso farci nulla; sono impotente di fronte alle ruspe che stanno sventrando il terreno e impotente di fronte all'installazione dell'antenna, poiché il terreno non è mio.

4 commenti:

  1. Indovinello veronese:
    Se pareba boves, alba pratàlia aràba
    et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba
    Traduzione
    Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati,
    e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava.
    Come saprai è la metafora dello scrittore che con la sua penna lascia un seme nero (l'inchiostro) su bianchi prati (i fogli). Il foglio bianco è un campo che non ti toglieranno mai, soprattutto quando si scrive con la penna come fai te (io credo che ciò che dalla penna passa sul foglio è più “vero” e profondo, delle parole che dalla tastiera passano su un monitor). Il campo che dividevi con tuo nonno è un foglio scritto insieme e chissà quanti altri fogli ti farà riempire.

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    1. Grazie. Sarà un boccone amarissimo da ingoiare, perché purtroppo è anche ciò che vedo dalla finestra la mattina quando mi sveglio, ma hai ragione, la memoria e il foglio bianco, non potranno mai essermi strappati. Resteranno con me, anche se il mondo, intorno, cambia.
      Grazie per la bella riflessione.

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  2. Mi dispiace, Valentina. Tutto ciò è molto triste: il paesaggio deturpato e i ricordi di infanzia feriti... un'ingiustizia, ecco tutto.

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  3. Grazie, Romina, per la solidarietà.
    È stato un colpo durissimo e scrivere mi aiuta ad elaborarlo.

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