giovedì 24 aprile 2014

#Clessidra ∞ Capitolo 3

Cari lettori, eccoci al capitolo 3 del Progetto Clessidra!
Il terzo capitolo è stato scritto per noi da Annaluisa Socher. In calce al post trovate la sua mini-bio e i contatti web. L'illustrazione di copertina è della nostra illustratrice Paola Cocchetto.
Buona lettura!


Al passaggio della DACIA, una macchina con targa mai vista passare in quel piccolo paesino sperduto quasi nel nulla, la vecchia a passeggio con il cane storse la bocca. Era abituata a vedere per le strade sempre tutto noiosamente uguale: le solite facce, le stesse auto, elementi fondamentali della sua ormai stantia routine quotidiana. La vecchia prese sottobraccio il suo piccolo chihuahua e si incamminò verso l'ufficio dei Vigili Urbani; l'anziana non era sicura se ad indignarla per la maggiore fu quello strano uomo pelato dalla folta e riccia barba bianca che guidava la DACIA con la faccia premuta contro il parabrezza, nonostante indossasse occhiali dalla montatura molto spessa. O forse quel bizzarro bambino dagli occhi sporgenti e il naso rosso e a patata, sedutogli accanto.

Dal canto suo Marco era quasi arrivato al negozio di antiquariato; inspirò brevemente, sollevato per averla trovata. Finalmente. Senza bussare, né chiedere permesso Marco entrò all'interno e sbiancò subito in volto: da breve distanza sentiva giungere una voce a lui molto familiare.

«Un tempo in un paese lontano vivevano un re, un principe e una poverella, tanto indigente quanto bella». Agata interruppe il racconto per qualche secondo ad osservare Carlotta che la ascoltava rapita, in trepidante attesa del seguito. La donna sospirò prima di continuare e sollevò un attimo gli occhi verso l'alto quasi volesse così trovare la forza d'animo necessaria per proseguire; il volto di Agata si adombrò giusto il tempo del battere delle ciglia.

Marco, attraversato il piccolo ingresso del negozio, si fermò dietro la porta ad ascoltare.

A vederlo così sembrava un qualunque quindicenne dei giorni nostri con il viso adornato da qualche lentiggine e brufolo qui e lì. Indossava una polo bianca e dei jeans, masticava nervoso una gomma, attento però a non fare il minimo rumore; in una mano teneva un oggetto molto simile ad uno smartphone. Dalla sua espressione, il ragazzo non sembrava essere molto contento di ciò che stava ascoltando.

«In questo paese viveva anche una strega, bassa e brutta peggio che la peste. Era invidiosa della poverella, che nonostante non avesse neppure il necessario per sfamarsi adeguatamente, era sempre allegra e bella persino più di un raggio di sole». Giunta a questa parte del racconto Agata si mise a sedere accanto a Carlotta; la donna poggiò la schiena contro il muro e chiuse gli occhi; alcune lacrime bagnarono il volto della negoziante.

«Stai bene»? domandò l'adolescente, visibilmente preoccupata per la donna.

«Non è niente» replicò Agata mentre tirava un po' su con il naso, asciugandosi il viso. «Dunque, dov'ero rimasta...?»

In quel breve momento di silenzio a Marco salì la pressione a mille; accelerò i movimenti della masticazione mentre attendeva e cercava il coraggio di mostrarsi a lei, dopo tutto quel tempo.

«Un giorno accadde un fatto incredibile e straordinario. La poverella, da indigente qual era, di punto in bianco si svegliò in un letto enorme con lenzuola candide e morbide, arricchite da pizzi tra i più pregiati. Ai piedi del letto vi era una cassa enorme piena di ogni tipo di tesoro e incise sul legno vi erano queste parole: "non di solo pane si nutrono corpo e anima". Lei non riusciva a capire il senso di quella frase, ma non vi prestò poi molta attenzione “starò mica sognando?” si chiese la poverella, circondata dalla ricchezza. Ora sì che si sentiva la fanciulla più fortunata dell'intero paese. Non doveva più patire la fame e pian piano si stava abituando a quel sogno divenuto bellissima realtà.»

Carlotta ascoltava sempre più affascinata il racconto di Agata; dal canto suo Marco voleva solo che giungesse a termine, lì e subito. Aspettava solo che arrivasse al punto proibito di tutta la storia.

«I tesori non danno la ricchezza e la gioia assoluta se intorno a te la gente inizia a cambiare. Ed è quello che successe alla poverella. Tutti ormai la evitavano per l'invidia. Lei, la povera fanciulla era rimasta sempre la stessa, piena di sorrisi e gentilezze per tutti. Poco dopo l'inizio di quella nuova vita la fanciulla cadde lentamente in uno stato di profonda tristezza e apatia; la sua bellezza pian piano appassì. Ora trascorreva gran parte delle sue giornate in solitudine a piangere e ad ogni minuto del giorno ripensava con grande nostalgia alla sua povertà piena di fame, ma anche ricca di momenti di pura gioia».

Man mano che proseguiva il racconto ad Agata sembrò che il cuore le si rimpicciolisse dentro il petto provocandole un dolore immenso, quasi fosse questo stesso racconto a provocarglielo.

«Dai Agata, me lo racconti un'altra volta...» disse Carlotta vedendola in quello stato. «Vado a chiamare il dottore?»

Per tutta risposta Agata poggiò con fermezza una mano su quella della ragazza per fermarla.

«Forse è meglio...» sussurrò a denti stretti Marco; stando dietro la porta lui non poteva certo vedere il gesto di Agata; dalla sua posizione il ragazzo cercò con lo sguardo un posto dove nascondersi in fretta, per non rischiare di essere visto da Carlotta quando fosse uscita in cerca del medico. Nel sentire la donna riprendere il racconto a Marco sembrò che il pavimento gli si aprisse sotto ai piedi per risucchiarlo dentro un vortice senza fine.

«Ma un giorno» continuò Agata un po' sollevata «alla fanciulla si avvicinò una donna che a memoria d'uomo non s'era mai vista in quel paese. Era una donna che vestiva esattamente gli abiti che indossava la fanciulla solo poco tempo prima quando era solo una poverella; vestiti logori e con le toppe, ma nonostante ciò dignitosamente puliti e stirati. La donna le sorrise, dicendole “so cosa ti affligge, è colpa di gente invidiosa”. Nel dire ciò la donna porse alla fanciulla un ciondolo a forma di clessidra, promettendole che questo l'avrebbe aiutata a sconfiggere invidie e...» Agata si fermò di colpo; d'istinto portò una mano al collo dov'era il suo ciondolo; aveva sentito uno strano squillo provenire da dietro la porta.

Carlotta non fiatò, allarmata più dal comportamento della donna.

Marco da dietro la porta imprecò dentro di sé in tutte le lingue possibili ed immaginabili che conosceva quando il suo apparecchio iniziò a squillare; sul display leggeva "Dottor Tempesta".

«Chi c'è lì?» chiese Agata con voce ferma; la donna, stando sempre seduta portò il busto in avanti, quasi volesse proteggere la sua giovane amica.

«Non c'è più tempo per le storie. Non più». La testa di Marco fece capolino da dietro la porta; Agata nel vederlo si alzò di scatto ed ebbe un sussulto «e tu che ci fai... come hai fatto?»

La donna continuava a fissare Marco; era incredula e visibilmente pallida.

«Ma chi è questo?» chiese Carlotta alla donna, mettendosi di fianco a lei, pronta a difenderla. «Tante domande e poco tempo». Mentre parlava Marco aprì del tutto la porta, ma senza entrare all'interno della stanza. Il ragazzo iniziò a premere alcuni tasti sul dispositivo che teneva in mano e continuava a tenere d'occhio il display «non serve a niente nascondersi, neppure in questo posto sperduto del mondo, neanche se fai attenzione». Dal tono di voce, Marco sembrava stesse rimproverando Agata «dovresti averlo capito, non impari mai...»

«Ma tu chi ti credi di essere? Ti intrufoli in casa d'altri, spii e hai la lingua lunga!» Carlotta sbottò senza controllo, non riusciva più a starsene zitta; dal canto suo Marco non fece una piega e continuò impassibile a guardare il display, scuotendo il dispositivo quasi volesse sbloccarlo da qualche strano disturbo di frequenza.

«Siamo... sono perduta. Tu... loro, loro...» così dicendo Agata cadde in ginocchio; lo sguardo sperduto e gli occhi lucidi, il volto pallido. La donna ora portò anche l'altra mano al collo, in un disperato ed estremo tentativo di proteggere quel ciondolo. Carlotta si mise in ginocchio accanto alla donna; non voleva abbandonarla proprio in quel momento critico e anzi, era intenzionata a difenderla a tutti i costi.

«Non preoccuparti» Marco era visibilmente sollevato mentre leggeva qualcosa sul display. Leggendo un messaggio inviato dal Dottor Tempesta, il ragazzo fece l'occhiolino all'anziana negoziante «tra non molto saremo al sicuro!»«Tu dici?» disse una voce piccola e subdola, mentre rideva alle spalle del ragazzo.

Sull'Autrice
Sono nata e vivo in Sardegna.
FIn da piccola ho sempre amato leggere, grazie ai miei genitori che non finirò mai di ringraziare per avermi trasmesso questa preziosa attività per la mente.
Mi sono avvicinata alla scrittura di colpo dopo aver visto al cinema "La Compagnia dell'Anello", che è riuscito a scatenare la mia fantasia a tal punto che ho sentito la necessità di inventare storie.
Da quando mi sono resa conto di quanto la scrittura faccia così bene all’anima, non ho più smesso.

I miei contatti:
twitter: @Storyofabook
sito: www.storyofabook.com (online entro breve)

domenica 20 aprile 2014

UNA BUONA PASQUA E PASQUETTA A TUTTI!!


La lancia squarciò il cielo e lo trafisse al cuore. Illuminò il cielo e gettò nell'ombra la terra.
Gli alberi si spogliarono delle loro foglie e rimasero scheletrici e brulli come d'inverno. Dita ossute protese verso il cielo a implorare il perdono del Dio.
Il Dio era adirato.
Chi mai avrebbe potuto placare la sua ira?
Il cielo si macchiò di nuvole stratificate fatte a pezzi dal passaggio della lancia divina e si sparsero come sangue su un lenzuolo bianco.
L'azzurro celeste fu sacrificato...ma era abbastanza? La divinità avrebbe placato la sua sete di vendetta oppure anche la terra sarebbe stata travolta dalla sua furia?
Ira funesta.
Il vento lambì la terre e le abitazioni degli umani, schiaffeggiò i loro volti, mentre cercavano di rientrare nelle loro case al riparo, con la speranza che quelle quattro mura li avrebbero protetti dalla divina furia.


Il Dio non riusciva a placare la sua grande ira. Sacrificare il cielo e spogliare gli alberi delle tenere foglie di primavera non era servito. Perché i suoi devoti figli l'avevano offeso e sfidato, perché!
Perché la Divinità era stata costretta a punirli così duramente?
Il vento crebbe. Creò un mulinello di oscure nuvole che avvolsero l'incarnazione divina del Dio e lo occultarono alla vista dei suoi figli rinnegati. Essi avrebbero conosciuto l'entità della sua furiosa ira in tutta la sua potenza. Era pronto a distruggere tutto.
Fuoco sacro crebbe tra le sue mani e irradiò di luce le scure nuvole. Avrebbe dato alle fiamme la terra, avrebbe raso al suolo ogni insediamento umano, avrebbe distrutto ogni cenno di vita animale e vegetale.
E poi, forse, avrebbe ricostruito.
Il Dio continuò a far crescere il fuoco tra le sue grandi mani. Potente, rosso come il sangue e caldo come non si sarebbe mai potuto immaginare.
Si preparò a lanciarlo sulla terra sotto forma forma di una pioggia di lame fiammeggianti e purificatrici.


Il Dio era pronto a scatenare la sua potente ira su tutto il mondo, quando udì una flebile invocazione giungere da quella terra di infedeli che l'avevano rinnegato.
Lieve come il pigolio di un pulcino appena nato, sottile come il respiro di un bambino neonato, piccolo come l'esistenza della vita umana sulla terra, la preghiera si alzava in cielo fino a giungere alle orecchie della Divinità adirata.
La voce, quella sola voce di donna implorava il perdono del Dio per la sua gente e per il mondo intero.
Incuriosito e intenerito il Dio sbirciò da una fessura tra le nuvole oscure e vide una fanciulla, una sola fanciulla inginocchiata sul culmine della collina sacra, con le mani giunte in preghiera, il capo coperto da un velo scuro e i piedi sanguinanti per aver raggiunto il luogo a piedi.
Pregava la clemenza della Divinità, pregava senza sosta, avrebbe pregato fino a morire per placare la sua ira funesta.
Il Dio esitò.
Si impietosì.
Il fuoco tra le sue mani si rimpicciolì fino a scomparire.
E come segno di ritrovata armonia, illuminò l'orizzonte di luce dorata.

Fine

Spero che la storia che queste immagini mi hanno ispirato vi sia piaciuta!

Buona Pasqua e Pasquetta a Tutti!!

Alla prossima:-)

giovedì 17 aprile 2014

#Clessidra ∞ Capitolo 2

Il secondo capitolo di #Clessidra, il nostro progetto di scrittura collettiva.
Testi di Nick del blog Nocturnia e illustrazione di copertina di Paola Cocchetto di IllustrArt.
Buona lettura!




Carlotta quel giorno si sentiva più triste del solito, perfino i libri le sembravano guardarla come se fossero oggetti alieni. O meglio come se l'aliena fosse lei.

"Carlotta, Carlotta. Perché non esci con qualcuno della tua età? Stare qui dentro non ti fa bene."

Le disse la signora Moraine mentre le porgeva una tazza di té.

La ragazza aveva già sentito centinaia di volte quella domanda, di solito faceva parte dei loro rituali giornalieri, oggi però Carlotta avvertì un tono differente.

Anche la signora Moraine non le era mai sembrata più stanca mentre giocherellava con il ciondolo a forma di clessidra.

"Signora Moraine, Agata" si corresse subito, la vecchia voleva essere chiamata col suo nome. Perlomeno col nome che le aveva detto essere il suo.

"E' bello il tuo ciondolo. Bello ma particolare E' da tanto che ti volevo chiedere dove posso trovarne uno simile."

Carlotta aveva fatto la domanda giusto per non dover discutere dei suoi soliti problemi, ma avvertì lo stesso che Agata s'irrigidiva.

La donna si alzò in piedi, le volse la spalle, per un lungo crudele istante un imbarazzato silenzio scese tra loro.

"Sta bene" disse finalmente Agata Moraine, "mettiti comoda, ti racconterò una storia!"

* * * * *

Era da molto che Marco osservava la vetrina indeciso se entrare oppure no.

Gli ci era voluto parecchio tempo per trovarlo, anni passati a seguire le tracce sempre più lievi del passaggio della donna, anni trascorsi a vagliare informazioni, voci, parole dette e non dette. Una cosa si poteva dire a favore della "vecchia": sapeva indubbiamente come occultare le tracce del suo passaggio.

Ma adesso Marco era arrivato alla fine della sua ricerca. In un paesello dimenticato da Dio e dagli uomini, ma l'aveva trovata Sopratutto era contento di averla trovata prima degli "altri"

Quasi come se fossero animati di vita propria, i piedi di Marco si mossero in direzione del negozio di antiquariato.

Il ragazzo non notò la DACIA dietro di lui, sopratutto non notò gli occupanti dentro la DACIA. Le notò invece una vecchia che portava a passeggio il cane.Per un istante le sembrò che fossero fatti di pura ombra.

domenica 13 aprile 2014

IL CONCORSO MARVELLOUS HOTEL

Ciao a tutti!

Sono uscita dal mio sarcofago giusto per scrivere questo post che mi è stato richiesto dal commento di Valentina sotto al mio ultimo post.

Allora... in quell'ultimo pezzo scritto avevo accennato al concorso Marvellous Hotel che ho trovato spulciando le news del mio G+. All'epoca (parliamo di ottobre/novembre 2013) era tra i post recenti, mi aveva solleticato la curiosità e sono andata a leggere più approfonditamente.
Mi è piaciuto subito! E ho deciso senza indugio di partecipare.
Ora in questo pezzo non vorrei parlarvi tanto delle regole del concorso che potete comodamente andarvi a leggere seguendo questo link: http://www.vitedicarta.net/marvellous-hotel-il-bando-ufficiale/   (c'è anche la versione scaricabile in pdf), ma vorrei parlarvi di quello che ho fatto io.
Deciso di partecipare, mi sono presa un periodo per mantecare un'idea dentro la mia testolina. Cosa potevo scrivere di breve, ma interessante? Che storia potevo ambientare in una stanza d'hotel, perché la clausola principale da rispettare era di ambientare il proprio raccontino all'interno di una delle stanze di questo fantomatico hotel, luogo in cui poteva accadere tutto e anche oltre.
Devo dire che la scelta della storia da raccontare è stata in bilico fino all'ultimo. Avevo un'idea, ma non mi convinceva per niente, ma non me venivano in mente altre.
Inoltre, tra le varie cose, l'ho accantonato in un angolo per diversi mesi fino a febbraio di quest'anno, quando mi è tornato in mente il concorso e la scadenza che in primo tempo era stata fissata al 28 febbraio e poi è stata prorogata a quella attuale: 30 aprile. E... magia! Mi è fiorita l'idea a cui poi ho dato corpo attraverso le parole! E via! Scritto il racconto!! Me lo sono tenuto a macerare nel Pc per qualche giorno, prima di rileggerlo per eventuali correzioni e poi l'ho inviato (via mail come richiesto). E così sia. Ho partecipato. Mi è piaciuta l'idea e mi sono buttata. Come tutti, mi piacerebbe arrivare nell'olimpo di chi vince, ma se non succede andrà bene lo stesso. Almeno ho provato, mi sono messa in gioco e devo dire che sono soddisfatta del racconto che ho scritto e poi inviato. Mi è sembrato un po' più maturo dei precedenti, io mi sono sembrata più matura e padrona delle mie parole. Questi piccoli miglioramenti mi rincuorano, perché anche se non riesco a scrivere con continuità, vedo che c'è una luce in fondo al tunnel e forse un giorno la raggiungerò.

Ed eccoci, quindi, alla fatidica domanda: cosa vi consiglio? Beh, se avete tempo e voglia di scrivere un breve raccontino e di mettervi alla prova, partecipate. Non si perde nulla (infatti ha il grande pregio di essere gratuito!!), inoltre, più si è e più ci si diverte e chissà che non si riesca a vincere.


Alla prossima:-)

mercoledì 9 aprile 2014

Aggiornamento #clessidra e un benvenuto a un nuovo membro del team!

Mi rendo conto di essere partita con un po' troppo entusiasmo e alla "garibaldina" con il progetto Clessidra e me ne scuso. Dopo essermi confrontata con alcuni amici blogger e membri della community G+, ho deciso di assegnare al gioco delle regole più precise. Siccome è un work in progress vorrei invitarvi a partecipare alla discussione e a stilare insieme una sorta di regolamento.
Potete interagire con noi attraverso la community G+, facendo richiesta di entrare nella community, se non siete già iscritti, o attraverso il gruppo Faceboook, oppure lasciare un commento a questo post.
Aggiornerò anche la pagina del progetto Clessidra di conseguenza, che resterà sempre consultabile e a disposizione per dubbi/domande/suggerimenti.
Ma prima di parlare del progetto vorrei dare il benvenuto a un nuovo membro del team: Paola Cocchetto di IllustrArt. Si occuperà dei disegni per Clessidra, per le WebStories e per i Racconti.
Al momento stiamo rivedendo la pagina Chi Siamo e infatti avrete notato che non è online.
La pagina tornerà nuovamente disponibile dopo l'aggiornamento, ma intanto trovate il nome di Paola e il link al suo blog nella barra laterale, alle voci Il Team e Collaborazioni.
Ed eccodi agli aggiornamenti al progetto Clessidra.



In cosa consiste il gioco?
  • Si parte da una parola-tema e un incipit. Ogni partecipante scrive un capitolo di un romanzo collettivo, che sarà pubblicato nella rubrica WebStories il giovedì.
  • La parola-tema è clessidra.
  • Il romanzo è da ascrivere nei generi fantasy/romance/paranormal/young adult.
  • Niente contenuti maturi, unica regola insindacabile. 
  • Il romanzo deve poter essere letto da tutti.
Come si gioca?
  • A ogni partecipante viene assegnato un capitolo.
  • La lunghezza del capitolo è compresa tra le 4000 e le 10000 battute, spazi inclusi.
  • Potete inviare i capitoli scegliendo una tra queste modalità:
    • via email alla nostra mail di redazione wipatelier@gmail.com; oggetto della mail: progetto clessidra;
    • scrivendoli direttamente nella nostra nostra community G+ nella sezione WebStories, aggiungendo il tag #clessidra;
    • nel gruppo Facebook, aggiungendo i tag #webstories, #clessidra.
Io e Chiara ci riserviamo la facoltà di correggere gli eventuali refusi, prima di pubblicare i capitoli sul blog.

Per evitare l'invio di capitoli doppi, ho deciso di stilare una lista dei partecipanti e assegnare a ognuno un capitolo. La lista ovviamente sarà in continuo aggiornamento. La trovate a questo link e vi invito a consultarla periodicamente per vedere a che punto siamo con il progetto.
Chi vuole partecipare e non è nella community di G+ o su Facebook può fare richiesta lasciando un commento a questo post o nella pagina del progetto Clessidra.

    sabato 5 aprile 2014

    Esercizi di Scrittura: idee dal web

    Una piccola “rassegna stampa„ delle idee più curiose e simpatiche per stuzzicare la nostra Musa e sfatare il blocco dello scrittore. Sono esercizi che ho trovato in giro per il web e che voglio condividere con voi, amici scrittori e scribacchini. Lo so che gli articoli e i post del sabato spesso hanno poca visibilità, ma il sabato mi sembra un giorno ottimo per prendere carta e penna ed esercitare la scrittura, no?


    Da Scrivo.me
    Da ToWriteDown
    Da Zelda Was a Writer
    Da Medium
    ...e non dimenticate che è attivo sul nostro blog il Progetto Clessidra, un gioco di scrittura a più mani!


    Tutti possono partecipare! Aspettiamo (con ansia) i vostri contributi! ;)