domenica 30 dicembre 2012

Il figlio di Babbo Natale - parte 1

Ciao a tutti,
vi posto una piccola favola per allietare questo periodo festivo. Ho deciso di dividerla in parti perchè non volevo risultasse un papiro lungo e di difficile lettura.
Spero vi piaccia.
Auguri.

Si narra una storia tra le pieghe del vento del nord.
Si narra che colui che porta i doni a Natale abbia avuto un figlio molti anni or sono.
Bambini che ora sono anziani dai capelli canuti, ricordano di avere visto babbo Natale, scendere dal camino col suo sacco dei doni insieme ad un bambino in pigiama con una cuffietta rossa calata sul capo. Cuffietta che non stava mai al posto suo e il bambino era sempre intento a rimetterla al suo posto, più che aiutare Babbo Natale ad appoggiare i doni sotto l'albero.
Maggie ricorda quel bambino, Maggie ricorda anche di quella volta che è stato salvato il Natale, grazie al suo aiuto.
Aveva appena compiuto 18 anni e, come ogni anno, aveva scritto e spedito la sua letterina a Babbo Natale parlando di sé; di come aveva passato l'anno e di cosa sperava per l'avvenire.
Quell'anno Babbo Natale era stato vittima di uno sfortunato incidente: era caduto dalle scale e si era rotto una gamba, proprio a pochi giorni dalla consegna dei regali ai bambini. Che disdetta! Che tragedia! Chi avrebbe consegnato i doni adesso? C'era solo una possibilità: Arthur, suo figlio ventenne. Purtroppo non sarebbe stato facile convincerlo a svolgere quel compito: 1- perché odiava il lavoro del padre, 2- perché non era proprio il genere di figlio che accorreva in aiuto del prossimo.
Arthur era un giovane scapestrato che si nutriva più di alcol che di cibo sano e solido, fumava erba (ma non quella aromatica, o meglio... era aromatica, ma non in senso buono...), giocava d'azzardo e cercava in continuazione la compagnia di donzelle dalla dubbia moralità. Era una croce per il povero Papà Natale e dire che ci aveva provato ad allevarlo bene e con sani principi, ma evidentemente non c'era riuscito.
Ildebrando, il capo folletto, si avvicinò a Babbo Natale.
"E' definitivo? Dobbiamo chiedere ad Arthur per la consegna dei regali?"
"Temo di si, con questa gamba ingessata non posso fare molto."
"Non accetterà mai, lo sai?"
"Si... lo so. Ma forse... c'è una soluzione..."
Ildebrando gli restituì uno sguardo perplesso da sotto il cappello a punta verde smeraldo.
"...E quale sarebbe?"
"Maggie" rispose mostrandogli la lettera della giovane.
"Tu... tu vorresti far condurre la slitta a lei??" si infervorò l'elfo.
"No, ma forse riuscirà a convincere Arthy a prendere il mio posto per questo Natale. Sai bene che se non svolgerò il mio compito lo spirito del Natale morirà e tutto il mondo sarà per sempre infelice."
"Lo so bene questo! Ma mi sembra una soluzione piuttosto azzardata."
"Portala qui. Le spiegheremo la situazione e le chiederemo aiuto. Alla peggio dirà di no e... saremo perduti."
Ildebrando voleva replicare, ma desistette. Babbo Natale era proprio giù di morale.
Fece quello che gli era stato chiesto, utilizzando la polvere magica del Polo Nord condusse alla casa di Babbo Natale l’ignara Maggie.
Lei non realizzò immediatamente dov’era, le ci vollero un paio di minuti per ambientarsi.
Il suo vestito verde bottiglia si era spiegazzato nel viaggio infra-dimensionale, i suoi capelli castani si erano spettinati, ma col suo taglio corto e scalato non si notava.
“Cosa… dove… dove sono??”
“Sei nella casa di Babbo Natale” le rispose l’elfo apatico.
“Cosa?”
“Quello che ho detto” si spazientì lui.
Lei lo osservò meglio: piccolo di statura, era rosso di capelli ed essi erano ricci che più ricci non si può, i suoi occhi erano ambrati e cambiavano colore a seconda di come si girava. Indossava un completino gilet e pantaloni di velluto verde bottiglia e una camicia bianca.
“Hai finito di squadrarmi? Sono un folletto, il capo folletto per essere precisi. Vieni da Babbo Natale ti deve parlare.”
Maggie non osò replicare e lo seguì.

martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale!

Gli auguri arrivano un po' in ritardo (erano pianificati per questa mattina), ma sono riuscita a mettermi al computer solo adesso. Questo è il nostro augurio di Natale per voi, cari lettori.


“Si alzò allora la signora Cratchit, la moglie di Bob, con indosso una povera veste due volte rivoltata, ma tutta galante di nastri, i quali costano poco e fanno una figura vistosa. E la signora Cratchit mise la tovaglia, con l’aiuto di Belinda Cratchit, secondogenita, anch’ella raggiante di nastri; mentre il piccolo Peter Cratchit, chinandosi per immergere una forchetta nella pentola delle patate, riusciva a cacciarsi in bocca le punte del suo mostruoso collo di camicia (proprietà paterna, conferita al figlio ed erede in onore della festa) e bruciava dalla voglia di far pompa di tanta biancheria nelle passeggiate alla moda. Due Cratchit più piccini, maschio e femmina, irruppero dentro gridando che di fuori al forno aveano sentito l’odore dell’oca e che l’avevano riconosciuta per l’oca loro; e inebriandosi nella festosa visione di una salsa di salvia e cipolla, i due piccoli Cratchit si dettero a danzare intorno alla tavola, e levarono a cielo il signor Peter, il quale, umile in tanta gloria benché quasi soffocato dal collo immane, soffiava nel fuoco, fino a che le patate levarono il bollore e picchiarono forte al coperchio della pentola per esser tratte fuori e pelate.„
- Charles Dickens, Canto di natale

domenica 23 dicembre 2012

Tutto l'altro di bello...

Ciao a tutti!

rieccomi qui con voi!

Visto il periodo, inizio con l'augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo :-)!!!!

Volevo segnalarvi, per questa rubrica che si propone di dare spazio a tutto quello che c'è di bello oltre a libri e scrittura, alcuni film che mi sono piaciuti molto:

 - Joyeux Noel di Christian Carion del 2005. E' una storia di guerra che vuole parlare di pace e lo fa attraverso un episodio veramente accaduto durante la prima guerra mondiale. Notte di Natale del 1914, a guerra appena iniziata, un battaglione francese, uno scozzese e uno tedesco (nemico degli altri due) abbassano le armi, escono dalle trincee e si stringono le mani per la notte più santa. Un episodio spesso dimenticato dalla storia, in cui l'uomo torna ad essere uomo e ad abbracciare i suoi fratelli anche se hanno la divisa di un altro colore. Davvero un bellissimo film.

- Espiazione di Joe Wright del 2007. Un film drammatico, anche questo con lo sfondo di una guerra, la seconda guerra modiale. La storia d'amore dei due protagonisti viene distrutta da una serie di catastrofici malintesi che cambierà le loro vite per sempre. Girato per vedere le stesse sequenze dal punto di vista di ognuno degli attori principali. Un film intenso, commovente, che mi ha sorpreso per la sua bellezza. Vi consiglio di vederlo.

- Italiani brava gente di Giuseppe De Santis del 1965. Anche questo è un film di guerra che incita alla pace. Durante la seconda guerra mondiale, un reggimento italiano, che peggio assortito non si può, viene mandato in Russia a dar man forte all'alleato tedesco. I soldati italiani, ognuno con le proprie storie, inizieranno presto a capire l'assurdità della guerra e del totalitarismo del loro governo e di quello tedesco. Da segnalare la presenza nel cast di Peter Falk, l'indimenticato Tenente Colombo. Un film molto bello e poco conosciuto, in cui ho notato spaventose analogia con il recente passato italiano.

Questo è quanto. Se li avete visti, fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima!

Ciao!!!:-)

domenica 16 dicembre 2012

A trip down memory lane #3 ∞ La Parola del Giorno

Continuiamo il nostro viaggio lungo le strade della memoria con la rubrica La Parola del Giorno.

Di parole del giorno ce ne sono tante... così vi propongo una selezione delle mie preferite.
Con un invito a esplorare la rubrica e scoprire anche le altre parole dei giorni!

sabato 15 dicembre 2012

A trip down memory lane #2 ∞ Dieci Libri da Leggere

Rinfrescare la memoria non fa mai male e così il nostro viaggio alla scoperta delle rubriche di Word in Progress continua con Dieci Libri da Leggere. Vi ricordo che potete contribuire anche voi inviando i vostri dieci titoli corredati da un breve commento d'apprezzamento alla nostra email: atelierwordinprogress@gmail.com.


I 10 libri da leggere consigliati dal team (Valentina, Chiara, Emanuele):
I 10 libri da leggere consigliati dai nostri lettori:
 Cosa aspettate? Inviateci i vostri 10 libri da leggere!

venerdì 14 dicembre 2012

A trip down memory lane #1 ∞ Scrittura in Pillole

Alla scoperta delle rubriche del nostro blog, per recuperare quello che potreste esservi persi.
La nostra ricerca comincia dalla rubrica Scrittura in Pillole e ho anche creato un poster per l'occasione!


Ma vediamo quali sono i post della rubrica che hanno avuto minor fortuna...

Una citazione al giorno e ...leva il blocco dello scrittore di torno! ∞ Non hanno ricevuto nemmeno un commento. Che peccato! Ci aiutate a rimediare? Sono interessanti, sapete?
Anche dalla Grammatica della fantasia, il sasso nello stagno e inventare storie con i bambini, non hanno ricevuto alcun commento (e pochissime visite). Mi rendo conto che sono i primissimi post che abbiamo postato. Per questo ho ideato questa passeggiata lungo i sentieri della memoria.
Anche i due post su Banana Yoshimoto non hanno avuto fortuna. Consiglio di leggerli perché le citazioni tratte dal suo saggio Un viaggio chiamato vita meritano d'essere lette, commentate e condivise. Sequite questi link: qui e qui.
Riprongo anche:
I post che invece hanno avuto più successo, in questa rubrica, sono A chi deve rivolgersi la letteratura? e Caccia... alla citazione d'autore!

That's all Folks! (well, for today at least) Tune in tomorrow for more!

giovedì 13 dicembre 2012

L'Atlante di Smeraldo

Vi è piaciuto l'assaggio di libri di Cuore d'Inchiostro?
Oggi propongo ai vostri palati un altro assaggio.

John Stephens, L'Atlante di Smeraldo, Longanesi, 2011
“Era la Vigilia di Natale. Aveva nevicato tutto il giorno. Kate, la più grande, aveva avuto il permesso di andare a letto più tardi del fratello e della sorella. Così, quando i canti di Natale si erano ormai spenti da un pezzo, era rimasta alzata a sorseggiare cioccolata calda accanto al fuoco mentre i genitori si scambiavano i regali - i bambini avrebbero ricevuto i loro l'indomani mattina - e a sentirsi molto grande per i suoi quattro anni.„

“Kate era seduta di fronte alla signorina Crumley. Erano alla scrivania del suo ufficio, nella torretta settentrionale dell'Istituto per Orfani Irrecuperabili e Senza Speranza Edgar Allan Poe.„

“«Qui si parla di magia seria, ragazzina. Alla gente furono tolti i ricordi. I ricordi delle isole e dei boschi che non c'erano più. Il ricordo dell'esistenza stessa della magia. Tutta la storia del mondo fu riscritta. Solo che loro ogni tanto si prendevano una città umana. A Cambridge Falls successe così.»„

martedì 11 dicembre 2012

Libri d'avventure sotto l'albero

Mi piace la letteratura per ragazzi. Lo avevo già detto?
Mi piace perché è una letteratura tutta da scoprire. Una letteratura sommersa ricca di tesori da riportare a galla.
Ecco due romanzi d'avventure che mi sono piaciuti davvero tanto.
Il primo è Maydala Express, romanzo sul quale avevo messo gli occhi da tempo, ma che ho avuto il piacere di leggere solo di recente, grazie a una bella influenza, che, avendomi ridotta a letto, mi ha anche dato l'occasione di accantonare temporaneamente lo studio "matto e disperatissimo" e di attaccare la mia infinita lunghissima reading list.
L'altro, è il primo di una serie di libri dedicati alle Repubbliche Aeronautiche, una storia che fa un uso davvero originale di navi volanti e alchimia, Le Repubbliche Aeronautiche. In fuga da Venezia.
I due libri hanno in comune uno degli autori, Davide Morosinotto, un trentaduenne originario del Veneto, appassionato di viaggi e macchine volanti. Dico uno, perché Maydala Express è il risultato di una scrittura a quattro mani tra Morosinotto e Pierdomenico Baccalario, di cui segnalo Il codice dei re e le serie Century e I Gialli del Vicolo Voltaire, pubblicati da Piemme - Il Battello a Vapore, collana che ospita anche Maydala Express e Le Repubbliche Aeronautiche.
Questi due libri mi hanno colpito anzitutto per l'originalità nell'affrontare i temi trattati. Sono libri di viaggi e d'avventure, nei quali i giovani protagonisti affrontano un viaggio iniziatico, che, ponendo ostacoli sul loro cammino, li farà crescere. Temi ampiamente sfruttati, ma raccontati con una freschezza e una originalità di penna, che ne fa libri che vale davvero la pena leggere, anche solo per evadere dalla routine quotidiana.
Degno di nota anche lo stile, fluido e immediato, che si fa apprezzare per la ricchezza e l'accuratezza nella scelta del lessico e la capacità di evocare scenari e panorami pur senza appesantire la narrazione.
Il cast di protagonisti e comprimari è variegato ma ben assortito, gli attori principali solidi e convincenti, quelli secondari funzionali alla storia.
Due bei romanzi che possono essere apprezzati anche dagli adulti.
Ma perché non darvene un assaggio?

Maydala Express, di P. Baccalario, D. Morosinotto, Piemme - Il Battello a Vapore, 2011
 “Era quasi l'una di notte e la Stazione Grigia sembrava un castello infestato dai fantasmi. Durante il giorno i pavimenti di marmo rimbombavano sotto le scarpe di migliaia di viaggiatori e gli altoparlanti gracchiavano in continuazione. Di notte, invece, c'era silenzio: lunghe ombre si stendevano sui massicci convogli dei treni, addormentati sui binari, e le gargolle di pietra ghignavano in cima a imponenti colonne.„

Il mio pensiero: «L'importante non è raggiungere la meta... Ma godersi il viaggio!»

Le Repubbliche Aeronautiche. In fuga da Venezia
, di Davide Morosinotto, Piemme - Il Battello a Vapore, 2012
“Qualcuno lo stava pedinando. Martin aveva continuato a guardarsi le spalle e aveva messo in pratica tutti i trucchi che conosceva. Non era riuscito a individuare il suo inseguitore e in realtà poteva essere chiunque: Venezia era sempre affollata di viaggiatori e borseggiatori.„

Il mio pensiero: «Alchimia, navi volanti, un mare di nuvole... La formula vincente per un bel libro d'avventure.»

Visto che siamo sotto Natale, potrebbero essere due bei regali da mettere sotto l'albero. ;-)

martedì 4 dicembre 2012

La parola del giorno: il tempo

Brrrr… è arrivato. Il generale inverno ha battuto un colpo. Ehi, tutti lo chiamano generale l’inverno! E io che me l’ero sempre immaginato come un re dal lungo, lunghissimo mantello di ermellino bianco e la barba grigia. Non me lo sono mai figurato come un militare, forse perché non amo molto le divise. E le altre stagioni? Beh, la primavera me la immagino come un’agile ballerina che danza sotto una pioggia di petali di fiori di ciliegio, l’autunno come un ragazzotto scaltro, dai bei capelli castani e l’estate…? Eh, l’estate potrebbe essere solo un’elegante regina vestita con un lungo abito trapunto di stelle. Se fossero persone vere, le stagioni me le immaginerei così.
C’è da dire che, come prevedibile, il freddo ha fatto capolino. E’ l’ineluttabilità del passare delle stagioni, dello scorrere del tempo. A volte, il tempo mi sembra un velo che scivola via dalle dita. Vorrei poterlo fermare, ma chiudo il palmo troppo tardi ed è già sgusciato via.
Questa, è una sensazione che provo da un po’. Mi immagino nel mezzo di un fiume con l’acqua che scorre sotto ai miei piedi, senza che io riesca a fermarla o a muovermi dalla mia posizione originale.
E spesso mi arrabbio pensando che il tempo sta fuggendo via e io non ho fatto quello che volevo fare o finito un progetto a cui stavo lavorando.
Soprattutto in ambito letterario: ho mille progetti aperti e altre mille idee in testa da sviluppare, ma in pochi giungono a conclusione. Un po’ perché, effettivamente, non ho tanto tempo a disposizione e quel poco che c’è, spesso, viene speso in altre cose e un po’ perché la fiamma di esaltazione che arde in me all’inizio di un progetto fa presto a spegnersi per essere, poi, spostata su un altro. E’ un aspetto di me che mi fa una tale rabbia! Io vorrei mettermi lì e finire qualcosa, una buona volta, ma ci riesco raramente e solo se un progetto è abbastanza corto da consentirmi di svilupparlo sull’onda dell’entusiasmo.
Naturalmente, non li cestino, ma li tengo lì sul mio pc a decantare come l’aceto balsamico nelle botti, in attesi che ritorni la goccia di ambrosia che mi aiuti a portarli a completamento.
Voglio ripromettermi l’intenzione di cambiare questo mio aspetto e voglio sperare che l’anno che verrà possa essere migliore del precedente, sotto questo aspetto.
La buona volontà c’è. La buona fede, anche. Manca solo la costanza. Ah… e naturalmente il tempo. Qualcuno ne ha un po’ da regalarmene??

;-) Alla prossima!

Ciauuuuu!!

domenica 2 dicembre 2012

Assaggi... di libri!

Nuovo format per la rubrica Fruscio di Pagine, dedicata alla promozione della lettura.
Oggi "assaggiamo" Cuore d'Inchiostro, di Cornelia Funke, pubblicato in Italia da Mondadori.
Siete pronti a farvi venire l'acquolina in bocca?
“Lì i libri erano ammassati dappertutto. Non erano solo sugli scaffali come nelle altre case, no: da loro erano accatastati sotto i tavoli, sulle sedie, negli angoli più remoti. Ce n'erano in cucina e in bagno, sul televisore e nell'armadio; pile basse e pile alte. Grossi, piccoli, vecchi, nuovi... libri e ancora libri. Accoglievano Meggie sulla tavola apparecchiata per la colazione, invitanti; l'aiutavano a scacciare la noia... e qualche volta la mandavano lunga distesa per terra!„
“«Quando ti porti dietro un libro» le aveva rivelato Mo quando Meggie ci aveva messo dentro il primo «avviene qualcosa di straordinario: le sue pagine raccoglieranno i tuoi ricordi. E un giorno ti basterà risfogliarle per tornare con il pensiero al luogo dove le hai lette per la prima volta: le immagini, gli odori, il gelato che ti eri gustata... Credimi, i libri sono un po' come la carta moschicida: a nient'altro i ricordi restano attaccati come alla carta stampata.»„
“I libri la rincuoravano quando era triste e scacciavano la noia mentre Mo tagliava, rilegava, incollava pagine ormai logore, rese fragili da anni e anni d'uso sotto le innumerevoli dita che le avevano sfogliate.„
 Che ne dite? Stuzzica il vostro appetito di lettori?

venerdì 30 novembre 2012

Rapita dalle perline

Erano brillanti, colorate. Sembravano innocue. Mi sono avvicinata e loro mi hanno stretto in un caldo abbraccio. Mi sono sentita subito a casa e son restata. Avevano mille forme, colori sgargianti, multisfaccettati, riflessi arcobaleno che mi riempivano di gioia. Il loro mondo era allegro, privo di dolore, fame e malattia. Ogni giorno era uno scoprire cose nuove, incontrare amici nuovi, grandi, piccini, minuscoli. Ogni giorno era gravido di nuove idee e nuove creazioni. Ho preso confidenza ad avvolgerle nei fili, combinarle seguendo abbinate di colori mai pensate. Mi perdevo nella lucentezza delle loro sfaccettature. Passai giorni, mesi, forse anni nel loro mondo incantato. Felicemente, pacatamente, appagata da quell'universo di luci e colori. Ma un giorno pensai di dire arrivederci. Loro mi circondarono pregandomi di non andare. Io dissi loro che sarei tornata ma che volevo ritornare a casa dalle mie altre passioni: i miei scritti, la mia musica. Loro iniziarono a piangere e in un momento la luce si spense e su tutto calò il buio della notte perenne. Loro non erano più attaccate a me, così decisa e fiera cercai l'uscita di quel mondo incantato. Vagai per ore alla ricerca della porta d'ingresso, ma non riuscivo a trovarla. Tornavo sempre allo stesso punto. Mi sedetti stremata, alla fine. Una di loro si avvicinò. Era verde trasparente con all'interno una sfumatura giallo limone. La accarezzai. Lei ridacchiò. Le chiesi di dirmi come si faceva ad uscire di lì. Lei mi disse che non si poteva più andare via dal mondo incantato. Piansi. Le perline mi avevano rapito.

Questa breve storiella per farvi sapere che non sono scomparsa (o morta), ma sono solo stata rapita da una passione fulminante per i bijoux fatti a mano (da me). E, visto che al momento, mi prende tutto il tempo libero, sto trascurando scrittura e blog. Comunque non mi avete persa. Sono stata momentaneamente rapita dalle perline…

A presto!

Ciau!!

martedì 20 novembre 2012

No, non siamo (ancora) morte

Avrei voluto scrivere qualcosa d'intelligente, di brillante, ma alla fine sono troppo stanca e ho la testa troppo piena di nozioni di biblioteconomia che, molto probabilmente, scorderò nel momento stesso in cui varcherò la soglia dello studio del professore con il voto sul libretto, per inventare una storiella sagace che funga da scusa per il totale silenzio degli ultimi 20 giorni.
La buona notizia è che io e Chiara non siamo (ancora) morte e che il blog è ancora online.
Quella cattiva è che siamo entrambe sovraccariche di lavoro nella vita reale, quindi nessuna delle due è ancora riuscita a tirare fuori qualcosa di buono da scrivere sul blog, nonostante siano, appunto, passati 20 giorni dall'ultimo aggiornamento.
Lo so, mi rendo conto che è una marea di tempo, uno iato mostruoso, ma a scrivere sul blog in questo momento ci siamo solo in due e purtroppo sia io che lei siamo svuotate quando arriviamo a sera.
Quindi, ecco, un piccolo messaggio per farvi sapere che il blog, prima o poi, molto probabilmente poi, riprenderà le attività.
Io spero di riuscire a ritagliarmi un po' di tempo la prossima settimana per pianificare e scrivere un po' di post, dal momento che sono solita prendermi una breve pausa di decompressione, prima di dare un esame (le ultime due volte ho studiato e ripassato come una disperata fino all'ultimo momento ma il risultato non è stato soddisfacente; la mattina dell'esame ero così tesa che sono entrata - e uscita dallo studio del prof. balbettando per la stanchezza).
Tra un manuale universitario e l'altro sono riuscita anche a infilarci qualche lettura personale, quindi spero di racimolare abbastanza materiale o per la rubrica Dieci Libri da Leggere o per Fruscio di Pagine.
Sul fronte Scrittura creativa in questo momento non ho niente di interessante da scrivere, perché i manuali e i libri che vorrei leggere sono ancora fermi sullo scaffale a prendere polvere, poveretti.
Sul fronte Racconti, beh, diciamo solo che non ho avuto né il tempo né l'agio per scrivere, quindi...
Io e Chiara stiamo pensando di inaugurare la stagione della caccia ai nuovi collaboratori, ma si tratta di una campagna per quale non siamo ancora nemmeno allo stadio di pianificare una strategia, anzi, è solo un'idea molto nebulosa e poco definita, per cui su questo fronte per qualche tempo ancora non ci saranno novità.
Questa è la mia situazione: 1 esame dato, 1 da dare a breve (il 29 novembre), i restanti 9 un'incognita. Ancora due annetti buoni di lavoro, più la tesi, vacanze ridotte a quelle due settimane post-sessione che mi concedo per non dare completamente fuori di matto (tre sessioni d'esame all'anno).
Diciamo che non vedo l'ora di prendere la laurea così dopo potrò finalmente dedicarmi a lettura e scrittura a tempo (quasi) pieno, quel quasi ovviamente contempla il trovarmi un impiego, si spera decente, anche se, molto probabilmente, poco remunerativo e sicuramente precario.
Per il momento è tutto. Il prossimo aggiornamento... quando riuscirò a spremere qualcosa di decente dai miei neuroni completamente esausti (o Chiara riuscirà a costringere i suoi, di neuroni, a lavorare).

giovedì 1 novembre 2012

Caccia alla citazione, Halloween Edition

Come il gioco sulla citazione d'autore di qualche giorno fa, ma con una sfumatura horror.
Le citazioni provengono da racconti dell'orrore scritti da autori diversi.
Il gioco consiste nell'indovinare da quale libro provengono e chi ha scritto il libro.
Giochiamo?

«Il cimitero vero e proprio finiva ai piedi della collina, sotto il vecchio melo, con una cancellata arrugginita le cui sbarre terminavano tutte con una punta aguzza; ma al di là di quello c'era una zona abbandonata, un intrico di erbacce e ortiche, di rovi e rifiuti autunnali.»
Indizio: lapidi
«Gli uomini di più vasto intelletto ben sanno che non esiste una netta distinzione tra il reale e l'irreale, e che tutte le cose devono la loro apparenza soltanto ai fallaci mezzi mentali e psichici di cui l'individuo è dotato, attraverso i quali prende coscienza del mondo.»
Indizio: incubo
«Quest'ultimo era un animale di notevoli proporzioni e bellezza, tutto nero e dotato di intelligenza sbalorditiva. A tale proposito mia moglie, incline in cuor suo alla superstizione, faceva continue allusioni all'inveterata credenza popolare che considera tutti i gatti neri streghe travestite.»
Indizio: gatto

Update: la soluzione

1- viene da Neil Gaiman, Il cimitero senza lapidi e altre storie nere, Mondadori, 2007
2- viene da H.P. Lovecraft, Lovecraft. Tutti i romanzi e tutti i racconti, NewtonCompton, 2009
3- viene da E.A. Poe, Racconti, Garzanti, 1984

mercoledì 31 ottobre 2012

L'informazione nell'era digitale

Un piccolo fuori programma proveniente dai miei appunti universitari per l'esame di biblioteconomia.
Questo è il riassunto del primo capitolo di una monografia che tratta di biblioteconomia ai tempi del web 2.0. Il contenuto proviene interamente dal capitolo, non c'è stato nessun intervento personale.
Siccome non sono d'accordo con alcune delle affermazioni, mi è venuta la curiosita di girare la questione al popolo del web, per vedere quali riflessioni ci salteranno fuori. Consideratelo un esperimento.
Nella società dell'informazione siamo sempre connessi.
Il dispositivo è un nodo in una rete che abbraccia tutto il pianeta, nella quale l'informazione, cioè il collettivo di documenti prodotto dall'utente, viaggia senza peso, sotto forma di bit, segnali elettronici che non hanno fisicità.
Il passaggio dalla stampa al digitale determina un cambiamento anche nella leggerezza e flessibilità dei supporti.
Il supporto digitale accresce il potenziale di creazione, diffusione e condivisione dei documenti e quindi comporta una maggiore velocità e pervasività nella trasmissione del pensiero.
Tuttavia la Rete è un ambiente che può essere descritto come uno spazio ignoto, instabile, disordinato. Uno spazio in cui l'individualità del singolo è sacrificata a una logica d'insieme nella quale l'apporto del singolo riveste un'importanza nulla. Questo comporta una riduzione di personalità, un annullamento identitario dei membri.
In un mondo nel quale la tecnologia gioca un ruolo da protagonista, sussiste il mito del web 2.0 come partecipazione e condivisione. Ma, in realtà, anche se i mashup informativi generano documentazione innovativa, l'intervento del singolo perde d'importanza a favore di un'intelligenza collettiva.
Il concetto di autore nasce con la stampa e le grandi rivoluzioni dell'era moderna.
L'era digitale ha generato un mondo in cui le macchine, la cui caratteristica è di essere universali perché puramente informazionali, comunicano tra loro. Possibilmente conducendo a un'epoca in cui l'intermediazione umana sarà superflua.
In tale contesto l'informazione diventa carburante per il mega-apparecchio che si alimenta di un flusso ininterrotto di informazioni. L'accrescimento dei sistemi digitali porta a un'ipertrofia informativa in quanto per alimentare le macchine è necessario un flusso ininterrotto e massiccio di dati.

sabato 27 ottobre 2012

Caccia... alla citazione d'autore!

È sabato e visto che è sabato, propongo un gioco.
Scriverò quattro citazioni d'autore, prese da uno stesso libro, che parlano di scrittura e lascerò un indizio.
Il gioco consiste nell'indovinare di quale scrittore si tratta e da quale libro sono prese.
Giochiamo? ;-)

e così quello che le mie orecchie udivano, i miei occhi socchiusi trasformavano in visioni e le mie labbra silenziose in parole e parole e la penna si lanciava per il foglio bianco a rincorrerle

l’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla

Ci si mette a scrivere di lena, ma c’è un’ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto

La pagina ha il suo bene solo quando la volti e c’è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro. La penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade. Il capitolo che attacchi e non sai ancora quale storia racconterà è come l'angolo che svolterai uscendo dal convento e non sai se ti metterà faccia a faccia con un drago, uno stuolo barbaresco, un'isola incantata, un nuovo amore.
 Indizio: armatura bianca

Troppo facile? Troppo difficile?

mercoledì 24 ottobre 2012

Notizie fiction

i banditi che hanno assaltato… una diligenza? (Mi chiedo io) No, un furgone portavalori.

È questo brandello di notizia che mi è capitato di sentire qualche giorno fa per radio e mi ha fatto accapponare la pelle. Non tanto per la notizia in se che parlava di questa rapina (in questo momento non ricordo se riuscita e sventata dagli agenti di polizia), quanto per questa frase che, per come mi immagino io la comunicazione mediatica, fa rabbrividire. Grammaticalmente, sintatticamente non ha nulla di sbagliato. È solo (si fa per dire) il messaggio intrinseco che arriva agli utenti mediante le parole scelte che mi indurrebbe a tapparmi le orecchie e non ascoltare mai più un tg. “Banditi che hanno assaltato…” a me, immediatamente, è venuto in mente l’immaginario degli anni d’oro dei film western, con cowboy e indiani a spararsi a vicenda in un caotico finale dove tutti muoiono. Ma… gente non siamo mica in una fiction! Le notizie non andrebbero colorite di parole che rimandano a immagini della cultura che più o meno tutti abbiamo che dovrebbero indurci a provare un certo sentimento o pensare verso una certa direzione riguardo a quello di cui si sta esponendo.
È una cosa che non sopporto. Per me, tutte le notizie andrebbero date con il linguaggio più spoglio possibile, dovrebbero dirmi quello che è successo, non quello che devo provare o pensare di una certa cosa. A mio parere è malcostume il modo con cui vengono resi noti i fatti di cronaca dai telegiornali. Sembra quasi che sia più importante quello che la maggior parte della gente dovrebbe pensare del tal argomento, più dell’argomento in se.
Le semplici inondazioni, per darci l’impressione di essere sott’acqua e aumentare la paura dentro di noi, sono diventate esondazioni. Esondazioni… non sentite già l’onda arrivarvi alle spalle?? È tutto esagerato o diminuito ad arte e le parole sono ricercate in modo che siano semplici da comprendere, ma che combinate insieme ricordano un certo immaginario, come dicevo prima, appunto.
Non sono una giornalista. Non conosco le difficoltà quotidiane che le persone che lavorano in quest’ambito debbono affrontare. Ma so che mi viene l’orticaria al solo pensiero di ascoltare un intero servizio tele-giornalistico infarcito di parole che hanno il compito di distrarre dalla notizia più che di approfondirla.
D’accordo mi fermo qui. Questo argomento potrebbe essere espanso all’infinito, con migliaia di sfaccettature differenti. In ogni caso, chiedo a voi lettori se siete d’accordo con me, oppure no, e se volete proporci esempi di notizie che vi hanno fatto trasalire per le parole con cui sono state date. Infondo siamo vicini ad halloween, il terrore delle parole combinate ad arte può essere uno spauracchio terribile ;-) !!

Alla prossima!!

martedì 23 ottobre 2012

Lamento

Sono stata assente in questi giorni, lo so. Un flusso ininterrotto di impegni nella vita reale mi ha impedito di prendere in mano la penna, aprire il quaderno e scrivere. Ma ora, lo stress accumulato è troppo e le parole premono per uscire, trasformarsi in frasi e pensieri sulla carta, trasferiti sulla pagina del quaderno dall'inchiostro della penna, perché è su un quaderno che sto scrivendo questo testo.
Non saprei spiegare il motivo, ma il dialogo con il foglio di quaderno mi viene più facile e spontaneo, di quello con lo schermo del computer.
Scrivo, non per inventare una storia, anche se, quando invento, è sempre un piacere, mi sento bene e mi diverto, ma per buttare fuori quello che mi sta facendo male dentro.
C'è un luogo, dietro casa della nonna, che è pieno di ricordi, della mia infanzia e del nonno.
Il nonno amava la quercia che sorge sulla collina e di quando in quando curava il boschetto che si trova ai suoi piedi. In questo luogo, per me, risiede parte dello spirito del nonno.
Questo luogo sta per essere deturpato con un'antenna per cellulari, che sorgerà proprio di fianco alla quercia.
Ieri sera ho pianto, perché per me è come se stessero portando via una fetta di mondo cui è legata una parte della mia vita e alcuni dei ricordi più dolci della mia infanzia. Giocavo nel prato dietro alla quercia.
Per quanto io possa piangere, non posso farci nulla; sono impotente di fronte alle ruspe che stanno sventrando il terreno e impotente di fronte all'installazione dell'antenna, poiché il terreno non è mio.

giovedì 18 ottobre 2012

Pillole di saggezza: Italo Calvino

Altre due citazioni da Una pietra sopra di Italo Calvino.
Ne ho trovate altre da condividere. Le pubblicherò sul blog quando avrò finito di leggere il libro.
Mi interessa della fiaba il disegno lineare della narrazione, il ritmo, l'essenzialità, il modo in cui il senso d'una vita è contenuto in una sintesi di fatti, di prove da superare, di momenti supremi.”

Per uno scrittore la situazione di crisi, - quando un dato rapporto col mondo, sul quale egli ha costruito il suo lavoro, si rivela inadeguato, ed è necessario trovare un altro rapporto, un altro modo di considerare le persone, la realtà delle cose, la logica delle storie umane, - è la sola situazione che dia frutto, che permetta di toccare qualcosa di vero, che permetta di scrivere proprio quello che gli uomini hanno bisogno di leggere, anche se non si rendono conto d'averne bisogno.”

lunedì 8 ottobre 2012

A chi deve rivolgersi la letteratura?

Ecco qui altre tre citazioni da Una pietra sopra di Italo Calvino.
L'autore propone qui una riflessione sulla funzione della letteratura, sulla fiaba e sulla lettura.


La letteratura deve rivolgersi a quegli uomini, deve - mentre impara da loro - insegnar loro, servire a loro, e può servire solo in una cosa: aiutandoli a essere sempre più intelligenti, sensibili, moralmente forti. Le cose che la letteratura può ricercare e insegnare sono poche mani insostituibili: il modo di guardare il prossimo e se stessi, di porre in relazione fatti personali e fatti generali, di attribuire valore a piccole cose o a grandi, di considerare i propri limiti e vizi e gli altrui, di trovare le proporzioni della vita, e il posto dell'amore in essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto della morte, il modo di pensarci o non pensarci; la letteratura può insegnare la durezza, la pietà, la tristezza, l'ironia, l'umorismo, e tante altre di queste cose necessarie e difficili.”
Lo stampo delle favole più remote: il bambino abbandonato nel bosco o il cavaliere che deve superare incontri con belve e incantesimi, resta lo schema insostituibile di tutte le storie umane, resta il disegno dei grandi romanzi esemplari in cui una personalità morale si realizza muovendosi in una natura o in una società spietate.”

È sempre con curiosità e speranza e meraviglia che il giovane, l'operaio, il contadino sia preso gusto a leggere, aprono un libro nuovo. Sempre così vorremmo che venissero aperti anche i nostri.”
 

giovedì 4 ottobre 2012

Riflessioni sulla scrittura e dintorni

In vista dell'esame di Letteratura Italiana Contemporanea, mi sto dando da fare per smaltire la reading list di autori italiani che mi sono costruita per non arrivare all'esame completamente digiuna di come scrivono i nostri scrittori.
Purtroppo la mia formazione prettamente anglista, almeno fino allo scorso anno, mi ha portata ad esplorare la letteratura anglo-americana in tutte le sue declinazioni e a trascurare quella nostrana. Per rimediare, ho raccolto tutti i libri di scrittori italiani che sono riuscita a trovare in casa e, con tanta buona volontà, ho cominciato a leggerli.
Ho deciso di partire da Italo Calvino, perché il suo Lezioni Americane mi aveva fatto imprecare a suo tempo, quando me l'avevano assegnato come lettura per un esame, ma al contempo mi ha anche affascinata e perché conservo un buon ricordo di Il Castello dei destini incrociati che era tra le mie letture estive della quinta superiore.
Le citazioni che seguono vengono da Una pietra sopra, libro difficile, nel quale ho trovato alcuni spunti di riflessione davvero profondi. Saranno argomento di una serie di post per la rubrica Scrittura in Pillole.
Oggi vi propongo le due citazioni che seguono. Buona meditazione!

La lingua letteraria deve sì continuamente tenersi attenta ai volgari parlati, e nutrirsene e rinnovarsene, ma non deve annullarsi in essi, né scimmiottarli per gioco. Lo scrittore deve poter dire più cose di quelle che normalmente dicono gli uomini del suo tempo: deve costruirsi una lingua la più complessa e funzionale possibile per il proprio tempo: non fotografare con compiacenza i dialetti che sono sì pieni di sapore e vigore e saggezza, ma anche d'offese sopportate, limitazioni imposte, d'abitudini di cui non ci si sa scrollare.”

Il vero tema d'un romanzo dovrà essere una definizione del nostro tempo, (...) dovrà essere un'immagine che ci spieghi il nostro inserimento nel mondo. I luoghi, i luoghi il più possibile precisi e amati sono necessari allo scrittore come concrete forme di ciò che nella storia si muove o su cui la storia scorre, ma non possiamo porli come contenuto del romanzo, (...) È sul «fare storia» che deve puntare lo scrittore.”
 

mercoledì 3 ottobre 2012

Nuvole rosse



Hei gente! Sono di nuovo qui! Tornata dalla calma dell’isola di Ischia e ributtata in un nano secondo nel vortice del delirio della quotidianità lavorativa (lo ammetto, verso la fine della vacanza un po’ mi mancava…).
Dopo essermi presa un po’ di tempo per riordinare le idee e riprendere il ritmo, eccomi ancora qui con un nuovo pezzo.

L’autunno sta arrivando: la temperatura è più fresca, la nebbia fa capolino più spesso, si vedono funghi ovunque, la grafica del blog è cambiata…
Fra poco i colori della natura cambieranno e si comincerà a pensare all’anno che verrà. Eh… si! Siamo già ad ottobre! Un battito di ciglia e siamo alla vigilia del 2013 (Maya permettendo…:-D).
Ma non era di questo che volevo scrivere. Qualche mattina fa, presto, intorno alle sette meno un quarto, stavo sonnecchiando sull’ autobus che mi stava portando  verso l’ufficio, quando noto delle nubi grigio piombo distese nel cielo mattutino. Il loro colore scuro è in contrasto con la timida luce che si sta avvicinando. Man mano che procedo sul mezzo, vedo che l’alba sta velocemente vincendo sulla notte, la luce si fa più forte, appare del giallo all’orizzonte e tra alcune di queste nubi appare il rosso del sole nascente.
Queste nubi sono stiate di rosso. Sembra che siano state tagliate con un coltello e che dal taglio esca sangue amaranto.
E’ strano. Questo spettacolo di colori cattura la mia attenzione e la mia fantasia. Vorrei avere la macchina fotografica congelare quell’immagine e quelle tinte spettacolari a futura memoria, ma è a casa, riposta nella sua custodia dopo le fatiche delle ferie.
Mi viene da pensare che l’estate è finita e che è in arrivo la nuova stagione. L’autunno mi piace, non tanto perché prelude al freddo e al rigore dell’inverno, quanto perché può essere il tempo per darsi nuovi propositi e nuovi obbiettivi. E’ come un capodanno in anticipo, si ha voglia di cambiare e di usare l’energia incamerata col sole estivo per impegnarsi in progetti stimolanti.
Io sto cercando di farmi una lista di cose da fare, ma ancora di più, di fare le cose che mi sto prefissando.
Sarà arduo, ma cercherò di impegnarmi per non avere un giorno il rimpianto delle cose non fatte.

Alla prossima!

:-)