Questo è il post dialogato per questo mese. Io e Valentina ci siamo chieste: le community letterarie sono dei moderni caffè letterari? Se volete sapere la risposta, leggete il post ;-) !!
Alla prossima:-)
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C: Ciao Vale.
V: Ciao, Chiara.
C: Cosa ne pensi delle comunità online per lettori e scrittori? Possono essere considerati l'equivalente moderno dei caffè letterari?
V: È un'idea che ho da un po' di tempo. Mi piacerebbe approfondire con qualche lettura, vedere se sulla Rete c'è chi ne parla. Comunque, sì. Penso che possano essere considerati l'equivalente moderno dei caffè e dei circoli letterari. Tu cosa ne pensi?
C: Mah, io ne ho sentito parlare, so che esistono, ma non frequento molto queste community. Penso che si, come concetto, possano essere l'equivalente moderno dei caffè letterari, ma che in realtà non lo siano perché si perde la magia di incontrarsi in un luogo fisico, di persona, di sentire il contatto, di respirare certe atmosfere e certe idee. E' un po’ quello che penso del mondo web in generale: bello e utile, ma impersonale. Tu immagino non sia d'accordo con questa opinione...
V: Dipende. Direi ni. Perché in effetti è vero che luoghi come Facebook o anche ambienti più specializzati come Goodreads non consentono il contatto fisico tra le persone, almeno non ancora… Ma pensare che il web sia un ambiente impersonale può portare a un modo di concepire internet distorto o pericoloso. Sul web ogni minuto immettiamo una quantità di dati personali della quale nemmeno noi conosciamo l'entità. "Google ti conosce meglio di tua madre", probabilmente è vero. Ma sto divagando.
C: Infatti, internet è una grande fonte di dati e notizie e questo può essere un'arma a doppio taglio. Nel momento in cui ti rapporti attraverso community letterarie e non, blog, social con qualcuno che non vedi davvero, non sai mai fino in fondo che tipo di persona ha oltre lo schermo. Spesso non lo sai neanche faccia a faccia. Si dice che il mondo è bello perché è vario, ma il vario di questi tempi moderni potrebbe essere anche pericoloso. Certo, come in tutti gli ambiti, bisogna prestare attenzione. Io cerco di non immettere troppi dati personali sul web, a meno che non mi sia necessario per uno scopo. Cerco di ridurre al minimo i post sui social, perché vorrei cercare ancora di vivere nella realtà reale e non di perdermi in quella virtuale. Mi inquietano quelle persone che sembra che abbiano una vita solo nella rete, a te no?
V: Nessuno ha una vita solo nella rete.
C: Si, ma c'è gente che ci passa tanto, tanto tempo... aiutata oggi anche dai vari device...
V: C'è chi nel suo profilo sociale mette molto impegno, ma il solo fatto di poterlo aprire e mantenere, un profilo sociale, ha come condizione di base che quella persona abbia una vita reale. E soprattutto delle bollette da pagare. Quello che voglio dire, è che internet non è gratuito, anche se potrebbe sembrare così, perché non paghi una tariffa per iscriverti a Facebook o per scaricare l'app. Ma devi avere una connessione, un computer, i device. Devi avere un certo tenore di vita per potertelo permettere. Altrimenti non avresti nemmeno una voce, sul web. Non esisteresti.
C: Si, nessuno ti regala niente. Anche se c'è chi riesce a ciucciare la connessione di qualcun'altro in qualche modo (i furbi esistono sempre).
V: Ma stiamo divagando di nuovo. Cerchiamo di restare sull'argomento community letterarie. In questo momento sul web ce ne sono tante, perché scrivere va di moda. Hanno persino fatto un talent show dedicato alla scrittura. Un giorno mi piacerebbe parlarne.
C: Tu sei iscritta a qualcuna?
V: Al di là del fatto che è facile affermare "che oggi tutti scrivono, nessuno legge" e che c'è effettivamente un'inflazione di community dedicate, io penso che abbiano una loro utilità e anche potenzialità. Sì. Come dicevo, io sono iscritta a varie community. Wattpad e Medium sono quelle in cui sono più attiva ultimamente, con una preferenza per Wattpad. Non frequento quasi più 20lines perché è troppo facile che una storia venga lasciata a se stessa e mai più continuata ed è difficile che la tua storia emerga nel mare magnum di storie prodotte ogni giorno dagli utenti. Ho in programma di tornare su The Incipit. Per quanto riguarda i libri, la mia preferita è in assoluto Goodreads. E ho provato anche Anobii e Zazie, ma alla fine Goodreads è la migliore delle tre. Anche solo per il fatto che non si pianta ogni quattro libri inseriti nella readlist.
C: Si, se la tecnologia non fa i capricci aiuta... Adesso che mi ci fai pensare avevo fatto una comparsata su The Incipit, ma mi ero persa subito. Io non ho la costanza per questo tipo di cose. Se scrivo, meglio che lo faccia al mio pc e sull'onda dell'entusiasmo per l'idea che mi è venuta.
V: Ok. Ma nel momento in cui scrivere non è più solo un hobby privato e vuoi fare il salto, interagire con una (o più) community, è quello che può fare la differenza. Non solo in termini di visibilità. O vendibilità del prodotto. Soprattutto in un paese come il nostro dove le case editrici hanno ancora il loro prestigio e i lettori credono ancora nella bontà del lavoro che svolgono. Il valore sta nell'interagire con altre persone che hanno la tua stessa passione, discutere, scambiare idee, imparare dai proprio errori e da quegli altrui, confrontarsi. Sono strumenti preziosi che, se usati nel modo giusto, aprono possibilità a cui altrimenti sarebbe difficile avere accesso.
C: Si è innegabilmente utile ed è una possibilità in più che gli scrittori moderni hanno. Ma credo che dipenda molto dalle persone che compongono la community. Faccio un esempio: nel momento in cui ci si confronta per avere pareri o consigli, siamo davvero sicuri che quelli che vengono dati siano davvero pareri sinceri e consigli utili? A volte non si rischia che le persone ti rispondano in un certo modo per non ferire i sentimenti di chi domanda o, peggio, diano una certa risposta per invidia perché magari hanno notato che il nuovo membro è più talentuoso di loro?
V: In un mondo ideale, dovrebbero essere scuole, biblioteche, librerie, teatri, musei, ad avere spazi dedicati e a fornire questo tipo di servizi. Ma sappiamo che la realtà è diversa. Se la community è moderata, i moderatori hanno modo di escludere dal circolo tutti quelli che vanno solo per provocare e far perdere tempo agli altri. Ma anche nel caso di grosse community non moderate, è il meccanismo stesso dell'instaurare un circolo virtuoso lasciando feedback positivo ai lavori altrui, che fa in modo che chi prova a fare il furbo venga ignorato e, se non corregge il tiro, finisca per essere escluso.
C: Non lo so. Io mi fiderei comunque fino a mezzogiorno. Terrei presente quello che mi viene scritto, ma nel momento in cui volessi davvero provare a pubblicare una mia opera cercherei la consulenza di uno che nell'editoria ci lavora e mi potrebbe realmente aiutare. Ma questo non significa che le community non siano utili e non si possano trovare spunti interessanti.
V: Mh, quasi quasi mi verrebbe voglia di incoraggiarti a frequentare un po' di più il web… Ci vuole impegno, acume, tempo per costruirsi una propria base di lettori e trovare quelli il cui parere conta davvero per te; quelli con cui sei più in sintonia, di cui ti puoi fidare. Ci sono, sai?
E gli editori tengono d'occhio i social network.
C: Non dubito, ma la natura umana è molto strana, a volte... Inoltre, al tempo della comunicazione mi sembrerebbe strano che editori, piuttosto che manager, piuttosto che consulenti non buttino l'occhio alla rete. Ok... Come concluderesti questo dialogo?
V: Chiedendo l'opinione dei lettori. E voi cosa ne pensate?
C: Aspettiamo le vostre risposte!!
Alla prossima!!
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