Se. Una semplice parolina di due lettere che esprime un universo. È una congiunzione che rimanda immediatamente a una condizione, al celeberrimo condizionale, che tutti usiamo, ma in pochi ne conoscono le reali potenzialità.
Il condizionale, come suggerisce il nome, esprime un patto, un dubbio, una possibilità remota perché sottoposta a condizioni che si devono verificare.
Incertezza, la stessa incertezza che ispira grandi opere letterarie, drammi teatrali, film. Di recente ho proprio visto un film sul tema del dubbio che i intitola, appunto, “Il dubbio” (2008, diretto da John Patrick Shanley) che mostra molto bene come la convinzione di aver interpretato una situazione nel modo corretto (quindi pensare di avere la certezza assoluta sulla questione), nonostante non si sia assistito al fatto e non si sappia nemmeno se il fatto sia avvenuto, sia forte quanto il dubbio che esso non si sia verificato. In questo film c’è la dicotomia in uno stesso soggetto tra la certezza di essere nel giusto e di avere ragione e di un dubbio che si affaccia in fondo all’animo, quello che tutti noi abbiamo provato almeno una volta: “… e se stessi sbagliando?”
Già, Se. Questa parola, che si potrebbe definire sillaba, che racchiude in sé un mondo di possibilità. Cosa sarebbe il mondo senza se? Cosa sarebbe il mondo senza incertezza? Quella sensazione di timore nel fare o nel pensare qualcosa che ti avverte che forse, stai sbagliando o ti stai muovendo nella direzione giusta. Questa congiunzione che ti spinge a farti domande sulle innumerevoli possibili strade che si sarebbero potute percorrere se si fosse fatta una scelta diversa.
Non vi capita mai di chiedervi: Se avessi scelto questo adesso dove sarei, cosa farei?
Per esempio, una domanda che mi faccio spesso è: Se avessi scelto un’altra università, dove sarei adesso? O ancora, un’altra domanda che mi stuzzico a farmi è Cosa sarebbe successo se i miei genitori non si fossero mai incontrati? Certo sarebbe un’eventualità catastrofica, perché naturalmente io non sarei mai esistita. Sarebbe nato qualcun altro, ma non io. Però, a parte tutto, sarei intrigata dall’avere la possibilità di poter vedere cosa sarebbe successo se… Non so, avere uno specchio dove osservare il riflesso della possibilità di un’opzione diversa da quella reale, oppure proprio vivere l’esperienza magari come in un sogno.
A volte, poi, mi capita di chiedermi come sarebbe essere nel mondo che mi circonda, se fossi morta? Lo so, sembra macabro. Però, se ci si pensa attentamente, quando uno è morto gli altri, finalmente, dicono di te quello che pensano veramente. Magari non subito, ma lo fanno prima o poi e a me piacerebbe sapere cosa pensano di me stessa quelli che conosco. A chi non piacerebbe?
Comunque, a parte discorsi filosofici o di pura curiosità, è un dato di fatto che la parolina Se raccoglie dentro di se un mondo di incertezza, di dubbi, di possibilità che ci spinge a ragionare sulle scelte fatte o su quelle ancora da fare.
Quello che mi piacerebbe fare oggi è chiedere a voi lettori (ovviamente se vi va) di scrivere un brano breve in cui raccontante che cosa sarebbe successo se aveste fatto una scelta diversa. Può anche essere puramente inventata (tipo: cosa avrei fatto se fossi diventato un’astronauta? Per capirci). Mi piacerebbe che faceste un’ ipotesi su una vostra possibile vita, così, solo per il gusto di provare ad evadere da una realtà ad un’altra immaginaria.
Se vi va provate, postandolo come commento a questo post.
Grazie e buona lettura a tutti!!
:-p
Se io non commentassi questo post, tu forse non sapresti mai che io l'ho letto e apprezzato. Del resto, se lo commento devo trovare qualcosa di intelligente da dire. E se non avessi qualcosa di intelligente da dire? Se finissi con il riempire questo commento di inutili banalità? Già... però, se ora che sono a metà lo cancello, ho sprecato del tempo prezioso e, se avessi fatto altro in questi pochi secondi? Sì, forse se avessi controllato le mail avrei trovato la notizia che aspettato e, se fosse stata positiva, ne sarei stata felice. Ma se fosse stata negativa? Sì, però se non apro la posta non lo saprò mai e se lo facessi adesso? Forse dovrei, ma se così perdessi anche l'illusione dell'attesa. E se tu invece ti fossi già stancata di leggere questi miei vaneggiamenti? Forse è così. Se ora finissi sarebbe meglio, vero?
RispondiEliminaOk, non è stato difficile! Questo è il mio modo abituale di complicarmi la vita, facendo catene infinite di "se". Bello questo tuo post, ma se... stavo scherzando!