Ultimamente mi trovo sempre più interessata al processo creativo che c'è dietro le storie. Sarà forse perché ho appena dato l'esame di filologia italiana, sarà forse perché spesso è argomento di conversazione tra me e i miei amici blogger, ma è materia affascinante, che ha catturato il mio interesse.
Dietro una storia non ci sono solo gli elementi ovvi, ovvero personaggi, trama, intreccio, tempo, luogo, grammatica, sintassi, lessico e punteggiatura. Non è di questi soli elementi che si compone una storia. Nel cuore di una storia c'è sempre il processo di pensiero che ha portato a voler scrivere quella storia particolare, con i suoi personaggi, i suoi luoghi e le sue atmosfere.
Dietro una storia non ci sono solo gli elementi ovvi, ovvero personaggi, trama, intreccio, tempo, luogo, grammatica, sintassi, lessico e punteggiatura. Non è di questi soli elementi che si compone una storia. Nel cuore di una storia c'è sempre il processo di pensiero che ha portato a voler scrivere quella storia particolare, con i suoi personaggi, i suoi luoghi e le sue atmosfere.
Da dove nasce una storia? Una storia può nascere da un'ispirazione momentanea, o essere frutto di una lunga meditazione del suo autore intorno a certi argomenti. Le fonti d'ispirazione sono molteplici. Bisogna poi considerare il background dell'autore, il periodo in cui vive o nel quale ha vissuto, le sue letture. Anche in questo caso ci saranno elementi imponderabili, che appartengono alla sfera più intima dell'autore.
L'ispirazione può colpire in qualsiasi momento, anche su un autobus pieno di gente, con le mani impegnate, nell'impossibilità di prendere appunti e allora bisogna conservare l'idea nella memoria finché non la si può annotare in un taccuino, o, in questi tempi moderni, sul tablet o sul cellulare.
Consideriamo ora la parentesi sull'ispirazione conclusa e passiamo alla fase successiva dell'invenzione letteraria.
Nel mio caso, l'idea per la storia viene sempre dei personaggi; nel senso che prima mi vengono in mente i personaggi e poi intorno a loro costruisco la storia. Ora mi prendete per matta, ma prima di scrivere, mi piace conoscerli questi personaggi e quindi ci faccio una bella chiacchierata. I momenti migliori per fare queste conversazioni sono sotto la doccia, in macchina, prima di dormire.
Dopo che i miei personaggi e io ci siamo conosciuti a fondo, comincio costruire l'incipit della storia nella mia mente. Spesso butto giù alcune righe anche su un quaderno, poi accendo il computer e mi metto a scrivere. A volte metto su una musica d'ambiente, a volte preferisco il silenzio.
Cerco di darmi una disciplina, ma finisco per essere del tutto anarchica. Se mi lascio trascinare dalla storia, sono capace di restare davanti al computer anche un giorno intero. Certi giorni non ho voglia di scrivere nemmeno mezza riga. Certi altri perdo tempo tutto il giorno e poi mi viene voglia di scrivere prima di andare a letto.
Io faccio parte di quella categoria di scrittori che scrivono di getto, senza pianificare prima la storia. Immaginate dunque il caos che mi ritrovo nella testa quando, per motivi di studio, abbandono la scrittura, a volte anche per mesi e poi riapro il file per riprendere da dove m'ero interrotta!
Ma chiudiamo anche questa parentesi, perché vorrei ora gettare lo sguardo sull'aspetto della ricerca.
È luogo comune che chi scrive opere di fantasia, al contrario di chi scrive opere radicate nella realtà, non debba fare ricerca, perché può inventarsi tutto di sana pianta. Non è così. Anche chi scrive opere di fantasia ha bisogno di fare ricerca, a meno che non si limiti a copiare il Signore degli Anelli sostituendo luoghi e personaggi.
Il mio genere preferito è la fantascienza e io faccio tantissima ricerca prima di scrivere, per rendere credibili le mie storie. Non solo ricerca che ruota intorno a scienza e tecnologie, ma che tocca anche discipline come l'architettura, l'urbanistica, la geografia e l'astronomia. Perché un mondo fantastico o fantascientifico deve essere coerente per essere credibile.
È tutto? Sì direi che per il momento è tutto. Queste riflessioni mi vengono in modo del tutto estemporaneo, quindi è facile che abbiano carattere di appunti sparsi, buttati giù a casaccio su un quaderno. Del resto, vi sfido entrare nello studio di uno scrittore e a non trovarvi pile di libri e quaderni!
Io sono persona ordinata, per cui nel mio caso troverete pile ordinate di quaderni sulla scrivania e file di libri e fumetti perfettamente allineati sugli scaffali.
Sì, usa ancora carta e penna, di quando in quando. Mi piace la sensazione della penna che scorre sulla carta. Per penna intendo una normalissima penna a sfera blu, con la quale scrivo su un quadernetto blu di Moleskine che costa un occhio della testa. Ma che volete farci? I quaderni e taccuini Moleskine mi fanno impazzire, perché hanno una carta morbida, color avorio, che è un piacere scriverci sopra.
Immagino che ogni scrittore abbia le sue piccole manie. A me ad esempio i quaderni che fanno adesso per la scuola, con la carta pesante, lucida che sembra quasi patinata e che resiste a cancellature e strappi, non piace, perché la penna scivola come sul ghiaccio e faccio una fatica tremenda scrivere. Non mi piace nemmeno il colore della carta, tanto bianca d'esser abbacinante.
Ma sto andando fuori tema, per cui mi fermo qui.
L'ispirazione è una cosa strana. Io, se voglio trovare un'idea, rischio di perdermi, ma, appena smetto di cercarla, è lei a trovare me!
RispondiEliminaAnch'io nei periodi di studio spesso non ho tempo per scrivere e i personaggi restano come congelati.
Anche a me piace conoscere i miei personaggi. Non parlo con loro, però, dopo averli immaginati, li osservo nella mia mente per un po' prima di decidere il loro destino, giusto per essere sicura di non snaturarne l'essenza.
Scrivo quasi esclusivamente al PC, uso la carta solo in assenza di supporto informatico e in tal caso non sono esigente (tovaglioli in un bar, retro di volantini pubblicitari, fogli a quadretti, carta bianca, avorio, ...).
L'ispirazione è sfuggente e capricciosa...come la fortuna. Anche lei è una bimba dispettosa (un'idea che mi era venuta per una storia, ma adesso è meglio che finisca di scrivere quelle che ho cominciato).
EliminaIo sulla carta scrivo soprattutto per liberare la mente. Quando mi viene il famigerato blocco, chissà perché, scrivendo a penna mi sblocco subito, mentre al computer...beh, ci sono Facebook, Twitter, Youtube...troppe distrazioni.
Grazie per il tuo commento, Romina. Ci piace raccogliere tanti punti di vista diversi.
In un momento di debolezza ho acquistato due quadernoni Moleskine... Non voglio ricordare quanto ho speso!
RispondiEliminaEeh, ti capisco!
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