È questo brandello di notizia che mi è capitato di sentire
qualche giorno fa per radio e mi ha fatto accapponare la pelle. Non tanto per
la notizia in se che parlava di questa rapina (in questo momento non ricordo se
riuscita e sventata dagli agenti di polizia), quanto per questa frase che, per
come mi immagino io la comunicazione mediatica, fa rabbrividire.
Grammaticalmente, sintatticamente non ha nulla di sbagliato. È solo (si fa per
dire) il messaggio intrinseco che arriva agli utenti mediante le parole scelte
che mi indurrebbe a tapparmi le orecchie e non ascoltare mai più un tg.
“Banditi che hanno assaltato…” a me, immediatamente, è venuto in mente
l’immaginario degli anni d’oro dei film western, con cowboy e indiani a
spararsi a vicenda in un caotico finale dove tutti muoiono. Ma… gente non siamo
mica in una fiction! Le notizie non andrebbero colorite di parole che rimandano
a immagini della cultura che più o meno tutti abbiamo che dovrebbero indurci a
provare un certo sentimento o pensare verso una certa direzione riguardo a
quello di cui si sta esponendo.
È una cosa che non sopporto. Per me, tutte le notizie
andrebbero date con il linguaggio più spoglio possibile, dovrebbero dirmi
quello che è successo, non quello che devo provare o pensare di una certa cosa.
A mio parere è malcostume il modo con cui vengono resi noti i fatti di cronaca
dai telegiornali. Sembra quasi che sia più importante quello che la maggior
parte della gente dovrebbe pensare del tal argomento, più dell’argomento in se.
Le semplici inondazioni, per darci l’impressione di essere
sott’acqua e aumentare la paura dentro di noi, sono diventate esondazioni.
Esondazioni… non sentite già l’onda arrivarvi alle spalle?? È tutto esagerato o
diminuito ad arte e le parole sono ricercate in modo che siano semplici da
comprendere, ma che combinate insieme ricordano un certo immaginario, come
dicevo prima, appunto.
Non sono una giornalista. Non conosco le difficoltà
quotidiane che le persone che lavorano in quest’ambito debbono affrontare. Ma
so che mi viene l’orticaria al solo pensiero di ascoltare un intero servizio
tele-giornalistico infarcito di parole che hanno il compito di distrarre dalla
notizia più che di approfondirla.
D’accordo mi fermo qui. Questo argomento potrebbe essere
espanso all’infinito, con migliaia di sfaccettature differenti. In ogni caso,
chiedo a voi lettori se siete d’accordo con me, oppure no, e se volete proporci
esempi di notizie che vi hanno fatto trasalire per le parole con cui sono state
date. Infondo siamo vicini ad halloween, il terrore delle parole combinate ad
arte può essere uno spauracchio terribile ;-) !!
Alla prossima!!
A me non spaventa tanto una parola o una frase detta per ingigantire un fatto di cronaca, giusto xchè non si ha molto da dire.. a me spaventano molto le notizie pilotate o le frasi dette tra le righe (magari farcite di opinioni velatissssssime proprio) e che ci fanno il lavaggio del cervello.. quei bei messaggi subliminali lanciati x farti votare quello o quell'altro, per far spostare l'attenzione da un argomento piuttosto che da un altro, mentre intanto tutta la gentaglia che sta dietro all' "informazione libera" sguazza.. consiglio di leggere 1984 di Orwell.. forse xò non era questo il senso del tuo post.. e in questo caso nn ho capito dove volevi arrivare..
RispondiEliminaHai perfettamente ragione e questo è un'altro dei molteplici difetti macroscopici dell'informazione in questo paese. Io ho fatto un esempio riferito alle parole, ma su notizie più o meno taroccate ci sarebbe da scriverci un libro! Io non avevo toccato questa sfumatura nel post, però c'è ed è spaventosamente presente nell'informazione contemporanea.
RispondiEliminaTi ringrazio per averlo sottolineato.
Alla prossima!
In realtà è una sorta di "strategia di marketing" per rendere le notizie più appetibili e assimilabili da un pubblico più vasto.
RispondiEliminaLa si trova anche sui manuali universitari degli aspiranti giornalisti.
Viene chiamata 'sensazionalismo' e prevede appunto l'utilizzo di un linguaggio figurato per aumentare l'appeal della notizia.