Anche queste due citazioni vengono da Un viaggio chiamato vita, di Banana Yoshimoto (Feltrinelli, 2010).
«Io ho comprato una pietra con la forma di un simpatico bruco, e un’altra, più strana, a forma di serpente bianco.
Del bruco il negoziante ha detto che era stato realizzato in epoca Ming, e che nessuno lo ha mai portato addosso, mentre del serpente bianco ho capito solo che si tratta di un oggetto antico. A Taiwan c’è la credenza che la giada già indossata da altri porti male. Questo perché ne avrebbe assorbito tutte le cose negative.
Preoccupata, una volta tornata a Tokyo ho fatto vedere quella pieta a un’amica indovina.
Lei l’ha stretta tra le mani e ha detto: “Prima di ottenere la forma attuale, questa pietra ha lavorato moltissimo sotto forma di semplice pietra. A quell’epoca aveva assorbito tutte le esperienze negative di qualcuno, ne ha sofferto e si è indurita. Però è una brava pietra, che non tirerà mai fuori quelle cattiverie a dar fastidio, e quindi basterà che riposi un po’ per riprendersi. A quel punto penso proprio che potrà lavorare anche per te, ma adesso devi farla riposare”.
Non so se sia vero o no, nessuno può dirlo. Ma la storia nascosta in quella pietra aveva un che di commovente, e al pensiero che dopo molto tempo fosse arrivata fino a me, ho provato una sensazione di tenerezza.»
«Il fatto che degli oggetti scaturiti dalla natura, modellati con amore dalle mani dell’uomo, proteggano dalle sventure chi li porta non mi sembra inverosimile, anzi, del tutto normale.
Sin dai tempi antichissimi l’uomo, così facendo, ha affidato alle storie il proprio desiderio di pace ed è vissuto in accordo con la natura.
Ho provato un po’ d’invidia verso quell’indovina che riesce a parlare con le pietre, ma soprattutto ho pensato con ammirazione che se riesce a svolgere un lavoro che aiuta le persone è perché possiede un animo gentile anche per i piccoli oggetti muti. Evidentemente a salvare le persone è prima di tutto il contatto con quel tepore dei sentimenti.
Il serpente di giada ancora adesso riposa in silenzio sul mio petto.
È più divertente immaginarsi le cose più diverse, piuttosto che pensare che sia solo una pietra. Io la vedo così.»
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