giovedì 23 agosto 2012

Ti odio

Un nuovo Racconto sotto l'ombrellone, scritto da Romina Tamerici.
Grazie per l'invio, Romina! :)

«Non ti sopporto più! Ti odio!».
Lo so, forse sono troppo dura, però a volte ci vuole un po’ di fermezza.
E poi, se non vuole capire con le buone, io cosa devo fare? Subire per tutta la vita?
Eh, no! Ora basta!
Io non lo sopporto più, va bene? E poi nessun vincolo ci lega, dunque che se ne vada dalla mia vita e alla svelta! Io giuro che non lo rimpiangerò.
«Non è vero. Non mi odi. Io ti faccio stare bene. Ricordi come stavi male qualche mese fa, quando io non c’ero?» replica lui, con il suo solare sorriso che mi cattura l’anima.
Ha ragione, quel dannato! Ho passato un inverno terribile, senza di lui, ma le ragioni sono tante e lui non può sempre prendersi il merito per ogni cosa. E poi non vede mai le sue colpe: è troppo superbo. Sembra non ricordare quanto sono stanca in questo periodo e quanto la sua ossessiva e continua presenza nella mia vita mi stia distruggendo. Non tiene conto di tutte le volte in cui evito di uscire di casa nel timore di trovarmelo davanti e dei miei tentativi di sfuggirgli che si rivelano inutili, perché poi è lui a raggiungermi a casa, a cercare di sedurmi e convincermi che ho bisogno di lui. Non rammenta quante volte gli ho chiesto qualche ora di solitudine per pensare, per riposare oppure per scrivere una pagina del mio nuovo libro senza sentirmelo arrivare alle spalle, silenzioso e angosciante al punto da accelerarmi il respiro.
Ormai ho deciso: lo odio. Anzi, l’ho sempre odiato. E solo perché ogni tanto, occasionalmente, una decina di volte in una vita, per puro caso, senza nemmeno rendersene conto, mi regala qualche momento piacevole, non posso far finta di ignorare tutto il resto! Esiste una linea sottile tra ciò che si può accettare e ciò che ci fa impazzire. E lui ha superato quella maledetta linea. Superata, ok? Fine dei giochi. Io non ce la faccio più.
«Io ti odio. Ti odio!» gli ripeto, ignorando la sua stupidissima domanda retorica che mi annebbia i pensieri con i dubbi e gli occhi con le lacrime.
«Non è che confondi l’odio con l’amore?» risponde, saccente al punto che mi verrebbe voglia di sputare sul suo volto sfuggente.
Mi dispiace fare pensieri così tristi e vendicativi. Non sono certo nel mio stile, ma lui rivela il lato peggiore di me. Scatena la mia parte meno razionale, quella più violenta e polemica, più terribile e antipatica, quella che a fatica cerco sempre di sopprimere sotto il peso di altri miei lati, magari appena un po’ meno detestabili.
«Non parli, eh? Sapevo di aver ragione: mi ami!» commenta e teorizza.
E ditemi voi se si può amare un essere simile! Io lo prenderei volentieri a schiaffi, se avessi la forza per reggere uno scontro e uscirne in modo dignitoso.
«Vattene!» è la sola cosa che riesco a dire, è l’unica parola che mi esce dalla gola, cancellando tutte le altre ingiurie che vorrei lanciargli.
«Ti mancherò, vedrai!».
«Va bene, lo vedremo, ma intanto avviati, ok? Fuori dalla mia vita» ribatto seccata.
«Mi rimpiangerai».
«Io credo di no».
Non replica e se ne va. Ogni passo che fa si allontana da me.
Finalmente.
Non l’ho mai amato.
Mai.
E ora sono libera.
Libera.
Un vento fresco mi solletica il fiso. Finalmente respiro, senza più il suo peso sull’anima.
Se n’è andato.
Il caldo finalmente non c’è più!

12 commenti:

  1. Grazie, Romina. Questo tuo racconto mi ha regalato un sorriso. Magari bastasse conversarci per mandarlo via, mannaggia!

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    1. Sarebbe proprio bello! E invece...
      Di solito i miei racconti fanno piangere. Ho voluto tentare qualcosa di diverso. Grazie.

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  2. Carino, Romina, carino, leggero e divertente. I tuoi finali sono sempre a sorpresa e aggiungi degli elementi che non ti aspetti. Questo è una virtù per uno scrittore. Per un momento ho creduto che tu parlassi ad un altro scocciatore di tua conoscenza più invalidante del caldo!
    Brava.
    Raffaella

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    1. Sono felice che ti sia piaciuto! In genere non scrivo testi ironici, ma avevo bisogno di un po' di leggerezza. I tuoi complimenti mi fanno sempre molto piacere. L'obiettivo era proprio creare questa illusione, quindi sono felice di esserci riuscita! Grazie per il commento.

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  3. C'è una linea sottile tra amore e odio. E una sottile ipocrisia nel rapporto dei più con il caldo. E un'infinita tristezza di come il mondo "muoia" in agosto. Anch'io ho trovato molto divertente questo racconto. Alla fine. E non dire che i tuoi racconti fanno piangere, suvvia!

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    1. Io il caldo lo odio proprio, solo che quest'inverno sono stata male e quindi ora non mi sembra più così terribile morire di caldo...
      I miei racconti non fanno piangere?! Forse no, hai ragione, però in genere affronto tematiche molto serie e con toni drammatici (ultimamente in vari testi ho parlato di abbandono degli animali, suicidi, malattie mentali, assassini...). Diciamo che rispetto ai miei standard, questo è una barzelletta! Tuttavia mi andava di portare un po' di ironia in queste calde giornate. Grazie per aver letto il testo!

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    2. Io il caldo lo odio proprio. Solo che questo inverno sono stata male, quindi ora morire di caldo a volte non mi sembra così terribile. I miei racconti non fanno piangere?! Forse no, però in genere mi occupo di temi molto seri e in toni drammatici (recentemente: abbandono di animali, suicidio, malattie mentali, assassini...). Questo al confronto è quasi una barzelletta, ma avevo bisogno di scrivere qualcosa di leggero!

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  4. Letto! Mi è piaciuto il fatto che tu parli del caldo quasi come se fosse una persona vera.

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