Io resto indietro. In questi giorni penso spesso a una cosa: comunicare fa male.
E allora cerco di farlo il meno possibile. Comunicare meno. Comunicare meglio. Quasi non comunicare. Anche se non comunicare non si può.
Questo però dovrebbe essere un post sulla PAROLA DEL GIORNO.
Io oggi ho due parole. Due parole dei giorni.
La prima è la parola di ieri: cortile.
Cioè quello che vedo o che immagino quando mi alzo e il buio è ancora lì che respira e fuori sembra che niente si muova ma il mattino è già iniziato e con il mattino sono iniziato anche io. Un altro giorno.
La seconda parola è quella di oggi: scappamento.
Perchè questa mattina sono uscito presto in cortile con mia figlia Ester. La portavo dai nonni e io andavo a scuola. Si è chinata dietro la macchina e mi ha chiesto cosa esce da quel tubo lì, dal tubo di scappamento. Allora io l'ho presa in braccio e l'ho sistemata in macchina sul seggiolino dietro e mentre la sistemavo le ho parlato della carburazione e del motore e della benzina o diesel che bruciano e che quando la macchina è accesa da quel tubo escono dei fumi che si chiamano polveri sottili. Ester mi guardava attenta e io ho pensato che se andavo avanti così magari quando è grande diventa un meccanico. Allora le ho detto mentre avviavo il motore della macchina: "da quel tubo esce del fumo che è poi quello delle sigarette che fumano le macchine."
Non so che faccia abbia fatto Ester, ma io mi sono mosso e sono andato verso casa dei nonni con in testa una poesia.
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