martedì 1 gennaio 2013

Il figlio di Babbo Natale - parte 3

Ed infine la terza e ultima parte del mio raccontino natalizio. Spero vi piaccia.
Buona lettura e Buon Anno!
Alla prossima!
Ciao!

Maggie stava sistemando le ultime cose sulla slitta.
In accordo con Babbo Natale, aveva avuto il permesso di portare la slitta e fare le sue veci.
“Cometa! Cupido! E voi tutte venite qui che dobbiamo partire. È tardi!”
Ma le renne la ignorarono allegramente e continuarono a brucare il fieno.
“Vi prego… c’è da consegnare i doni per il Natale. Siate buone, attaccatevi alla slitta!”
Fu come se non avesse aperto bocca, le magiche renne non si mossero di un millimetro, anzi una di loro mollò una puzzetta di spregio verso Maggie.
La ragazza si sedette in terra sconfitta. Non ce l’avrebbe mai fatta con quelle premesse. Una lacrimuccia le scese dagli occhi nocciola.
“Cometa! Fulmine! Saltarello! Tutte quante! Ai vostri posti! Subito!!”
Le renne sobbalzarono e obbedirono all’istante.
Maggie alzò lo sguardo e si illuminò di felicità.
“Arthur, alla fine sei venuto!”
“Diciamo che ho riflettuto sulle tue parole e ho deciso che valeva la pena aiutarti, ma…”
“E’ meraviglioso!”
“Mi limiterò a condurre la slitta, solo questo. Non ti sognare che consegni i regali o faccia altro. Lo detesto. L’ho sempre detestato!”
“Va bene lo farò io.”
“Ok, allora siamo d’accordo. Salta su. Si parte!”
Maggie era al settimo cielo! E ora che lo guardava bene, Arthur era un ragazzo piuttosto carino: aveva i capelli dorati e pettinati a spazzola, due bellissimi occhi verde smeraldo e un discreto fisico che se ne sarebbe andato presto se non smetteva di bere come una spugna e fumare erba strana.
La slitta partì in volo e subito acquistò velocità.
Maggie per l’occasione si era messa un cappellino rosso con un pon-pon di pelo sintetico bianco sulla punta.
“Sei molto bravo a guidare la slitta.”
“Tu hai tutto quello che ti serve? Il sacco, la polvere di fata…”
“Si, ho tutto. Faremo un buon lavoro, vedrai. Potrebbe anche piacerti.”
“Questo lo escludo.”
“Non essere pessimista…”
“Ecco, è la che dobbiamo andare” sviò la conversazione virando con la slitta verso il tetto.
Maggie scese con in sacco in mano. Era vuoto, ma si sarebbe riempito sotto l’albero della casa in cui sarebbe entrata con quello che era stato desiderato.
“Scendi dal camino senza paura, la magia ti aiuterà. Io sarò qui ad aspettarti quando torni su.”
“Va bene! Ci conto”
Lui le rispose con una smorfia scocciata.
Maggie si lasciò cadere dentro al camino e atterrò dolcemente sul pavimento della casa. Si avvicinò all’albero addobbato di palline e festoni colorati e attivò il sacco spruzzandolo con la polvere di fata.
Non accadde nulla. Riprovò. Il sacco non si riempiva. Serviva l’aiuto di Arthur.
“Arthur!”, disse sgattaiolando fuori dal comignolo, “mi serve…”
“Hai fatto?”
“No, non ho potuto. Il sacco non si è riempito.”
“Hai usato la polvere di fata?”
“Si, due volte! Ma non è successo nulla.”
“Suppongo debba scendere a dare un’occhiata giusto?”
“Si, se ti potessi scomodare…”
“Io non azzarderei troppo sarcasmo. Ho io la conduzione della slitta.”
“E mi lasceresti qui sul tetto veramente?”
“Senza problemi.”
“Oh, certo che puoi farlo, ma i rimorsi ti roderebbero l’anima.”
“Questo è da vedere…”
“Avanti guarda che cosa c’è che non va!”
Arthur afferrò il sacco appollaiato sotto l’albero e lo spolverò con la magica polverina luccicante. Subito si riempì con i doni. Lui e Maggie li posero nel migliore dei modi sul pavimento sotto l’abete natalizio.
Stavano per andarsene, quando un ps li chiamò.
Era il bambino che abitava in quella casa.
“Babbo Natale…?” disse il bimbo.
“E’ morto” lo investì con gusto Arthur. Il bambino fece il broncio. Era in procinto di piangere.
Maggie lo guardò male.
“No piccolo, Babbo Natale non è morto. E’ a casa malato e noi lo stiamo aiutando a consegnare i regali.”
Il bimbo tornò felice all’istante.
“Volete latte e biscotti?” disse indicando il “buffet” preparato sul tavolo.
“Grazie piccolo” sorrise lei.
“No, mi fanno schifo. Ehi donzella dobbiamo andare che è tardi!” disse Arthur, burbero.
Il bambino stava per scoppiare a piangere.
“Assaggiamone solo uno, ok? Solo per farlo contento…”
Il ragazzo sospirò.
“D’accordo…”
Assaggiarono un biscotto a testa e bevvero un sorso di latte.
Poi Maggie rimandò a letto il bimbo con un bacio sulla guancia.
“Ok, facciamo presto. La mezzanotte sta arrivando!” disse Arthur.
Maggie annuì entusiasta.
“Facciamo presto.”
Quando rientrarono al Polo Nord albeggiava. Erano riusciti a fare il giro del mondo nel tempo stabilito e avevano salvato il Natale.
Maggie era felice.
“Ti ringrazio per avermi aiutato Arthur” disse abbracciandolo.
Lui si ritrovò impreparato al gesto d’affetto.
“Si, ok… non c’è di che”. Fece per andarsene.
“Ehi! Non vieni a salutare tuo padre?”
“Un’altra volta…”
“Dai non fare il coniglio e vieni. È ora che fate la pace.”
Arthur, si lasciò trascinare dentro dal sorriso di Maggie. In casa i folletti li accolsero con grida di gioia e applausi.
Babbo Natale li accolse a braccia aperte.
“Arthy, ragazzo mio, vieni qui che ti abbraccio!”
Il giovane si lasciò abbracciare.
Parlarono e finalmente rinunciò a tutto il suo rancore represso.
Maggie li osservava da lontano, non voleva intromettersi in questioni di famiglia.
Si guardò intorno e piano piano la casa svaniva in una nuvola di fumo.
Si ritrovò nel suo letto. Era la mattina di Natale.
Corse a vedere i doni sotto l’albero. Trovò quello che aveva richiesto più un piccolo dono extra. Era una palla di vetro con raffigurata la casa di Babbo Natale e la neve che vi si muoveva all’interno a scuoterla. Lesse il bigliettino che l’accompagnava: per ringraziarti del tuo prezioso aiuto. Un caldo abbraccio Babbo e Arthur Natale.
Maggie se lo strinse al petto. Era contenta di aver aiutato lo Spirito del Natale a sopravvivere.

Fine

1 commento:

  1. Bella l'idea della sfera di vetro :)
    Alla fine, anche se un po' al di fuori degli schemi, hai mantenuto lo spirito delle storie natalizie.

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