Per l'appuntamento del giovedì con le Web Stories torna Ciottolina con un racconto per il tema #marinaio.
Marinaio dell'anima
Emanuele era un marinaio.
Ma non uno di quelli veri, quelli con la divisa che se ne stanno sulle navi, per tanti mesi lontano da casa.
No. Era semplicemente un marinaio nell’anima. Ma ancora non lo sapeva.
Vagava in giro per il mondo in cerca di un porto dove attraccare, ma lo faceva inconsciamente.
Apparentemente felice per quella sua vita da nomade, conosceva molte persone, e ne faceva tesoro. Uomo di mondo ci sapeva fare con tutti, aveva imparato a capire al primo sguardo come andava trattata una persona, che parole doveva usare, se poteva avvicinarsi col linguaggio non verbale, o lasciare che la persona con i suoi tempi si avvicinasse lei stessa.
Aveva imparato un sacco di lingue, di usanze, pietanze, modi di dire, tradizioni… Di tutti i popoli traeva ciò che gli piaceva di più, e dimenticava le brutte abitudini.
Aveva la capacità di stare bene ovunque si trovasse, con chiunque vivesse quei giorni, si sentiva fortunato per avere tutto quel fardello di esperienze sulle spalle.
Ma dopo tutto questo tempo non aveva ancora trovato il suo porto, un posto sicuro in cui vivere tranquillo finalmente senza sentire quel bisogno di scappare sempre, di sentirsi inadeguato, mancante di qualcosa, solo e vuoto.
Eh si, le apparenze ingannano.
Quanto è vero.
Pensava che i viaggi all’estero potessero cambiarlo, renderlo migliore, fargli capire cosa o chi era, e di che cosa aveva bisogno.
Invece lo hanno reso solo più consapevole che il vero viaggio per crescere e diventare migliori… è quello dentro di sé.
Decise quindi di fare ritorno in Italia, vicino alla sua famiglia.
Di capirli, anche se erano distanti da lui, avevano una mentalità così diversa… d’altronde era questo il motivo per cui se ne era andato.
Provò a costruire un rapporto diverso da quello di prima, fatto di scontri, di delusioni, di rabbia…
Cominciò a lasciarsi plasmare dall’amore, a smussare quegli angoli così appuntiti, realizzando che la vera debolezza sta nel non volersi mettere a confronto, di restare chiusi nella propria idea, credendo che sia quella giusta.
Così, giorno dopo giorno, scese una strana calma su di lui… che non aveva mai sentito prima.
Non aveva più voglia di partire, quella smania che ormai era diventata una sorta di droga…
Non sentiva più il bisogno di ANDARE, ma di RESTARE.
Restare dove era, ricominciare ad amare, aggiustare i rapporti già esistenti, difficili ma che portano grandi soddisfazioni…cambiare, maturare, aprirsi…non arrendersi alla prima difficoltà, lasciare lavori a metà e fuggire dagli altri e da se stessi.
Aveva trovato quel porto proprio lì da dove era partito.
E pensare che non doveva andare tanto lontano per capirlo… ma ognuno ha un percorso diverso per capire cos’è veramente importante… non è avere ragione, o fare quello che si vuole… ma amare… sempre e comunque vedere il mondo con gli occhi del cuore, se ami tutto ti arricchisce, tutto si colora.
Amore è anche rinuncia, sofferenza, dolore. Ma non per questo bisogna arrendersi… bisogna perdonarsi e ricominciare a viaggiare nella propria anima, e in quella degli altri.
Ciao Marinaio.
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